LE VENDETTE DI SANGUE 223 ciulli, e si dirigeva alla chiesa. Al suo presen- tarsi, mentre suonavano le campane, incomin- ciava 1’ ufficio divino. Dopo la liturgia il Tribunale si riuniva in un campo poco discosto dalla chiesa. Là il colpevole, accompagnato dai suoi parenti più prossimi, si presentava portando sospesa al collo l’arma con la quale aveva compiuto l’ultimo delitto e si avanzava ginocchioni fin davanti ai suoi giudici. Il prete gli toglieva 1’ arma dal collo e la gettava lungi: i presenti allora si precipitavano su di essa e la mandavano in frantumi. Il colpevole, dopo aver dichiarato che accet- tava la decisione dei giudici, domandava all’of- feso se rinunziava alla inimicizia e alla vendetta. L’ offeso aveva ancora un momento d’esita- zione, alzava gli occhi al cielo come per doman- dargli la forza di perdonare, mentre parenti ed amici lo circondavano supplicanti. Finalmente il prete si avvicinava, mormoran- dogli anch’esso parole di esortazione, perchè nel- l’animo suo il sentimento del cristiano trionfasse. Ed era questo invito un segnale: l’offeso e l’uc- cisore si abbracciavano allora fra gli applausi dei presenti. Al banchetto offerto subito dopo questa ceri- monia, l’omicida versava la somma convenuta come compenso materiale dei danni sofferti dalla