42 ITALIA ARTISTICA dietro l’altare di S. Niccolò. L’età dei vescovi arricchì il tesoro di pochi arredi senza valore artistico. Infatti, il curioso crocifisso d’argento — opera di artefice greco, del sec. XIII — oggi conservato nel tesoro della cattedrale, era prima nella chiesetta di Caboro, dove lo adorava la confraternita dei battuti, a cui era stato donato dai pescatori, che, si diceva, lo avevano trovato nel mare. Posteriore di un secolo (1383) è l’altro crocifisso pure in argento, tutto cesellato, che parimente si conserva nel tesoro: la croce, grandissima in confronto del Cristo, è tutta smaltata di rametti, di S. GIUSTO — CALLOTTA DELL’ABSIDE DEL SANTISSIMO. (Fot. Alinari). corimbi e di rosette; notevoli nelle rosette più grandi certe figurazioni di mostri alati e di un diavolo colla testa umana, il torso d’uomo d’arme e le zampe caprine. È poi del rinascimento l’originalissima cancellata a ferro battuto, che chiude la cappella di queste reliquie. L’età che diede assetto alla costruzione del duomo triestino fu l’età comunale : allora avvenne la ricordata fusione delle due chiese, e circa lo stesso tempo furono chiamati artefici della nuova arte pittorica a completare l’abside di S. Giusto. Nei cinque scompartimenti, divisi da ricche colonnette di marmo, che ne formavano la parte interiore, già adorni di fregi a musaico, un ignoto pittore del primo trecento e