48 LA JUGOSLAVIA ECONOMICA olasse feudale e seguendo la sua missione di liberatrice delle classi rurali, emanò, come primo provvedimento dopo l’unificazione dello Stato Jugoslavo, il decreto per l’espropriazione dei latifondi con la conseguente restituzione della terra a coloro che la lavorano. In quanto alla Serbia, verso la fine del Medio Evo, dopo l’invasione turca in Europa e la sconfitta di Kossovo (1389), essa cessò di esistere come Stato indipendente. Per quattro secoli subì la dominazione ottomana. Al principio del secolo XIX pose, in parte, fine a questa schiavitù — insorgendo, sotto la guida, prima, del Duce Karagjorgje e poi di Milos Obrenovic; ma fu solo col Trattato di Adrianopoli (1829) che la Serbia ottenne il riconoscimento della sua autonomia, mentre il Trattato di Parigi pose nel 1856 l’immunità ed i privilegi ad essa concessi sotto la garanzia collettiva delle Grandi Potenze. In tutto il periodo che va dal Trattato di Adrianopoli alla scomparsa degli Obrenovic (nel 1903), la vita interna della Serbia si svolse fra lotte intestine, di oui la Russia e l’Austria approfittarono per imporre la loro volontà al piccolo Stato. Malgrado ciò, in quei tempi si radicò nella coscienza delle classi dirigenti serbe la persuasione che la Serbia era chiamata a diventare il Piemonte Jugoslavo, cioè a compiere l’unifioazione di tutto il mondo jugoslavo. Quest’idea della risurrezione della Nazione cominciò a realizzarsi nell’avvento al trono di re Pietro I. Karagjorgjevié, nel 1903, ed andò subito ad urtare contro il concetto di diritto storico e tradizionale dell’Austria-Ungheria, la quale vedeva il