78 SANTI ENTUSIASMI! questi giovani montenegrini. Il Principe Nicola, con gentile pensiero, chiamati subito gli ufficiali, ordinò loro che scegliessero una sala della nuova caserma alla quale dare il nome del valoroso italiano. — La scelta — mi diceva a tavola il simpa- tico tenente— non poteva esser dubbia: abbiamo consacrato alla memoria di quel valoroso la sala di convegno degli ufficiali. A fine di pranzo si scambiarono dei brindisi, tutti ispirati naturalmente ai sentimenti più vivi di affetto e di simpatia per i due paesi e per le due dinastie. Ultimo si alzò il giovane te- nente Milacich con una certa solennità, ma una solennità che non lià nulla a che fare colla posa, con una solennità che è naturale per il monte- negrino quando parla di cose cosi sacre per il suo cuore come la Patria e il Sovrano che ne rappresenta le aspirazioni e ne regge i destini. Non disse che brevi parole, senza ricercatezza ma con la voce comtaiossa: — Che Iddio protegga la casa di Savoia e il Principe Vittorio Emanuele, la casa Petrovich e il Principe Nicola, le due Dinastie che con questa unione consacrano un’altra voltai vincoli di sim- patia che già esistevano fra i due popoli, che tanto hanno lottato per la loro indipendenza! Che Iddio faccia sempre più grande più gloriosa