252 LA JUGOSLAVIA ECONOMICA Nel 1920, l’Italia ebbe il primato nell’importazione jugoslava, e fornì precisamente per più di un terzo il mercato jugoslavo, cioè per il 36,59 per 100 dell’intera importazione. Gli articoli di grande smercio sono state le cotonate e le lanerie. Questo fatto si spiega con la vicinanza dei due Paesi, con la forza produttiva delPindustria italiana e con lo stato della valuta italiana, relativamente bassa in confronto a quella delle altre grandi potenze occidentali. È da prevedere, ed anche da sperare, che l’Italia conservi uno dei primi posti nel commercio estero jugoslavo, specialmente se verranno sistemati a tempo i reciproci commerci e riorganizzate le comunioazioni. Condizione prima e assolutamente necessaria per lo sviluppo delle attività commerciali fra le due Nazioni — condizione subordinata alla firma dei trattati di commercio — è in primo luogo il raccordo bancario o l’istituzione di una potente Banca Italo-Jugoslava, la cui mancanza produce enormi ed incalcolabili dispersioni di ricchezze e di energie in ambedue le Nazioni. Si obbietterà forse che esistono contrasti e diffidenze, il che è — purtroppo 1 — una verità, ma non una verità assoluta. Ed è veramente l’augurabile intimità economica che dissiperà le reciproche diffidenze ed i meschini contrasti politici, che avvengono per poco spirito di tolleranza civile specialmente in alcune città marittime. E purtroppo molti uomini politici, di ambedue le parti, che dovrebbero meglio sentire le loro responsabilità, — coscientemente od incoscientemente, aizzano ed alimentano le ire ed i rancori, a danno reciproco ed a prò’ di terzi, che hanno tutto l’interesse di man-