28 L’ITALIA E L’AUSTRIA può aver sancito che l’Italia debba disinteressarsi completamente di ciò che accade sull’altra sponda dell’Adriatico, rinunziando persino a difendere — senza ombra di irredentismo — quella coltura italiana contro la quale lottano accanitamente altre razze dell’impero. Dal punto di vista commerciale poi stringe il cuore a percorrere le coste dell’ Italia e della Dalmazia, dove tutti parlano la nostra lingua con quello spiccato accento veneto che ricorda le glo- rie e la potenza dell’antica repubblica di Venezia, senza incontrare mai un vapore sul quale sventoli la bandiera italiana. E il dolore diventa ancora più acuto quando si pensa che in più di una occasione la nostra Consulta, anziché essere larga di incoraggiamenti a chi avrebbe voluto istituire dei servizi di navigazione da ima costa all’altra, ne ha quasi ostacolata l’iniziativa, per tema di immaginari imbarazzi, per l’amore di quel quieto vivere che è la più spiccata caratteristica della nostra diplomazia e di quei funzionari che, mal- grado il cambiar di ministri e di ministeri — tranne il periodo nel quale fu al Governo l’on. Crispi — sono sempre quelli che dalla Consulta dirigono la nostra politica estera! Secondando ciecamente 1’ Austria, ci siamo tirati addosso l’inimicizia della Russia, che ha avuto conseguenze dolorose per noi in Africa.