240 LA JUGOSLAVIA ECONOMICA articoli ohe nell’anteguerra erano a loro estranei. Si è arrivati a tal punto, ohe gli oggetti manufatti e di lusso, importati nell’anteguerra per il solo 10-15 per 100 della popolazione, oggi devonsi importare per il 70-80 per 100 della popolazione. L’esportazione, invece, in base alla diminuita produzione ed all’urgente necessità di coprire le perdite di guerra, si è affievolita, e, pur accennando ad una confortante ripresa, non può seguire, nei suoi aumenti quello che è stato verificato per i consumi. Queste due cause, — una di carattere militarepolitico, l’altra di carattere economico, — determinarono le cattive condizioni del nuovo Stato in questi primi anni di vita. Fu veramente arduo il còmpito di trovare la giusta via che potesse portare al risanamento dell’economia ed al consolidamento dello Stato. Nel suo primo anno di vita, la politica commerciale jugoslava ebbe un carattere restrittivo e proibitivo, oscillante ed incerto. In pari tempo i confini, ancora vaghi ed incerti, impedivano il rafforzamento dello Stato. La valuta era deprezzata e svilita; le comunicazioni ed i trasporti erano completamente disorganizzati. Le leggi restrittive per il commercio conducevano inoltre a forti contrabbandi, che venivano agevolati dai mutevoli confini politici e doganali. Soltanto verso la fine di un anno di costosi esperimenti, si cominciò a notare qualche miglioramento nelle direttive ed anche nei risultati della politica commerciale. Intanto, in tale periodo sperimentale di regimi diversi e contradittori, commerciali e doganali, —