4 LA JUGOSLAVIA ECONOMICA Affascinato dalle idee garibaldine e mazziniane, ed entusiasmato dalla occupazione di Roma nel 1870 fatta dalle truppe di Vittorio Emanuele II, che consacrava l’unità italiana, — Eugenio Kvaternik, il martire croato, procedeva all'organizzazione della sommossa nellaVojna Krajina1) sperando in aiuti militari dalla Serbia, dal Montenegro, da Napoleone III e dal-l’Italia. Ma prima che la sommossa dilagasse, egli fu ucciso a tradimento a Rakovitza (1871). Andrassy, ministro presidente ungherese, sfruttò questo avvenimento e riuscì a convincere il Governo di Vienna, che il dualismo tedesco-magiaro era l’unica risoluzione buona del problema della Monarchia Danubiana. Così l’idea federalista, propugnata dagli Slavi soggetti all’impero degli Absburgo, fu abbandonata, e ad essi non rimase altro che cercare nuove vie per ottenere la libertà. Nel decorso del tempo, altre menti illustri — come quelle del vescovo Strossmayer, mecenate e capo del Partito Jugoslavo nella seconda metà del secolo XIX, dell’istoriografo Racki e di Starcevic, capo del Partito Legittimista Croato, agivano pur con mezzi legali e letterari per conseguire l’ideale già raggiunto da altre Nazioni a prezzo di sforzi e di sacrifici enormi. Mentre questa lotta politico-letteraria si svolgeva nelle regioni jugoslave settentrionali, la Serbia — sotto la guida di Giorgio il Nero — Karagjorgje — autentico figlio del popolo, iniziava nel 1804 la sua lotta gigantesca contro il secolare nemico turco e fondava uno Stato a sè, che — attraverso un suc- !) La Marca Militare al confine bosniaco-croato.