118 LA JUGOSLAVIA ECONOMICA il preciso ammontare del raccolto, nè la quantità di frutta lavorata nelle fabbriche. Solamente per la Bosnia e per la Serbia, che avevano un commeroio estero proprio, si hanno delle statistiche precise e sicure. Pruone. Fra le frutta, meritano una speciale attenzione le prugne, prodotto comune a quasi tutte le regioni jugoslave, per l’alto valore economico che ha per alcune di queste, ed in special modo per la Bosnia — dov’è il primo e principale prodotto agricolo — e per la Serbia, dove nell’anteguerra rappresentava il 13 per 100 dell’esportazione totale serba e dove ci sono 150.000 ettari di prugneti. Anche la Croazia-Slavonia è adattissima alla coltura su larga scala delle prugne. Da un decennio però, in Croazia si verifica un ristagno, per quanto, tempo addietro, la prugna rappresentasse la principale fonte di sostentamento per una grande parte della popolazione. Nelle annate di cattivo e di medio raccolto, la produzione copre il consumo regionale. Nelle annate prospere, quali furono il 1908 e 1917, si esporta l’eccedenza. Nel 1908 si esportò parte in Austria parte in Ungheria: circa 110 vagoni di prugne fresche; circa 650 vagoni furono distillati nelle raffinerie nazionali per produre la “ sljivovitza „ (acquavite di prugne). Si può calcolare che la Croazia-Slavonia produce circa 2000 vagoni di prugne, ossia 200.000 quintali. Invece per ciò che concerne la produzione in Bosnia-Erzegovina ed in Serbia, per l’esportazione