106 LA JUGOSLAVIA ECONOMICA gas, ad aoqua, a cavalli, a vento; mentre i grandi mulini commerciali, detti di esportazione, ammontano ad oltre un centinaio. I primi soddisfano ai bisogni dei contadini e ad una parte degli abitanti delle città. I grandi mulini commerciali comperano il grano e, macinatolo, vendono la farina sia all’interno che all'esterno, ma in prino luogo lavorano per l’estero fornendo anche i Paesi più lontani. Si calcola ohe tale industria, con lo sfruttamento completo della sua oapacità, sia in grado di corrispondere alla intiera produzione jugoslava, il che significa, che — se avviata bene — non occorrerebbe esportare grano, ma solamente i prodotti della macinazione. Ci sono trenta grandi mulini di esportazione con la capacità da 1000 a 10.000 vagoni cadauno di produzione annua. La maggior parte di questi e di quelli a motore più piccoli sono nella Serbia e nella Vojvodina e macinano all’anno da 80.000 a 100.000 vagoni. La Vojvodina facendo parte, fino a poco tempo fa, dell’Ungheria, il capitale investito in quest’industria è in gran parte straniero, e cioè magiaro e austriaco; ma ora tale industria va gradatamente nazionalizzandosi. I più grandi mulini sono a Veliki Beckerek, Subotitza, Novi Sad, Vrsatz, Belgrado, Ossijek, Zagabria, Kranj, Sarajevo, Tzelje, ecc. Lo stato dell’industria dei mulini, differisce a seconda delle regioni. La Serbia, nel 1910, aveva 222 mulini — con un impiego di capitale di 9.746.000 dinari, e con un valore di produzione di 14.788.000 dinari. Questi mulini sono più che sufficienti per coprire il fabbisogno regionale : si esporta pure farina, ma l’industria non è in grado di macinare tutto il