74 Nuovo Archivio Veneto di Firenze, sia di Bonifacio Vili, si mette al posto di Dino Compagni. Non accetta nessuna delle ragioni degli apologisti di quel pontefice, e dove trova in lui miti parole, assevera che non vi corrisposero i fatti. Giunge anzi (pag. 331) a riguardare come « misteriosa » la sua morte, accostandosi così alla nota leggenda. La parte migliore del libro è forse quella che riguarda la discesa di Enrico VII, « fatto solenne — egli scrive — che dopo oltre un mezzo secolo dacché 1’ impero era rimasto germanico, lo restituiva romano ». Queste parole riproducono più che la verità storica, i desideri dei Bianchi, dei quali Del Lungo fassi continuatore. Come quadro complessivo l’opera di cui parliamo, ha parti buone; ma essa rimane alquanto lontana da quanto ancora possiamo aspettarci sopra un argomento così grave, e così complesso. T. Bottagisio (1), usufruendo delle apologie di Tosti e di Tripepi, difende Bonifacio Vili, in un lavoro popolare, nel quale cioè si ripetono anche le cose note. Ma alcune osservazioni meritano speciale considerazione. Rilevo la difesa dall’accusa di simonia rispetto alle trattative coi Fiorentini e con Giovanni di Chalons, vicario di Adolfo re dei Romani. Dubita il B. che se D. nel De Moti, e nella D. C. se la prese colle Decretali, sia perchè vi fu inserta la bolla Unam Sanctam. — Una raccolta di rime di un fiorentino, nato verso il 1230-40, edita da V. Federici (2) (1) Bonifacio Vili e un celebre commentatore di Dante, Civiltà Cattol. qu. 1169, p. 541 ; 1171, p. 45 ; 1173, p. 301 ; 1176, p. 687 ; 1178, p. 167; 1184, p' 162. — I. Del Lungo, Firenze e Dante, nel voi. Con Dante e per Dante, Milano, Hoepli, edito dalla Commissione dantesca Milanese. (2) Le rime di Rustico di Filippo rimatore fiorentino del sec. XIII Bergamo, Arti grafiche, pp. XLIV, 68, cfr. J. Sanesi, Boll. bibl. letter. hai., Vili, 193.