Pubblicazioni sulla storia medioevale italiana 27 greco, ma senza la cristallizazione propria dei lavori di Grecia e di Russia. Una nuova scuola cominciò sul cadere del XV secolo. — i Bollandoti (1) dubitano che il Petrus Veneticus al quale Raterio spiega la vita monacale possa essere un personaggio diverso da s. Pietro Orseolo, doge di Venezia, come avea pensato 1’ Amelli, editore di quel cimelio. Venendo a tempi meno antichi (2), degna di nota è una dissertazione di G. C. Buzzati (3), sugli agenti diplomatici; egli li trova nominati per la prima volta in un documento del 1238, da lui integralmente pubblicato, insieme col regesto di molti documenti degli anni 1250-99'. E a credere che quest’ officio sia esistito anche prima del 1238, ma non ne abbiamo notizia. — E necessaria una edizione dell’opera storico-geografica di Marin Sa-nudo il Vecchio. Per prepararla, A. Magnacavallo (4) ne stabilisce le varie redazioni. Il Sanudo stese un primo abbozzo della sua opera nel 1306-9, col titolo Conditìones Terrae Sartetae ; la prima redazione dei Secreta (alla quale altre due seguirono) è del 1318-2 1. — 11 supplizio di Marin Faliero diede motivo ad alcune questioni di carattere giuridico, riguardanti il feudo di Val Mareno, e alcuni possedimenti nel territorio padovano ; di esse si (1) Anal. Holland., XVII, 253 54. (2) L. Fabris, Di Castellano Castellani e del suo poema « Ve-netiae pacis 'inter Ecdesiam et imperatorem (/177) libri duo », Bussano, Pozzato. —• C. Manfroni, La battaglia di Salvore 1177 Stona e leggenda, in : Mare nostrum, p 1 (spetta al ciclo delle leggende sulla pace di Venezin). (3) Diritto diplomatico veneziano dal sec. XIII, in: Scritti offerti a Fr. Schup/er II, 223 sgg. (4) I codici del « Libar serventium fidelium Crucis » di Marin Sanudo il Vecchio, Rend. Istit. lomb. XXXI, 1113 sgg