Pubblicazioni sulla storia medioevale italiana 17 Solmi a N. Tamassia (1), il quale pensa che, cessate le associazioni romane, altre se ne componessero in colleganza colla Chiesa. Ne trova traccie a Genova, Venezia ecc., e ne vede un cenno allusivo nei confabulati di Rotari (Edict., c. 230). Per il Tamassia il Comune è un aggregato di poteri minori, fra i quali vanno posti ¡vincoli associativi. Il Tamassia, affermando ciò, si appella ad un’ opinione consimile emessa dallo Zdekauer. Anche C. Calisse (2) si occupò del libro del Solmi ; mentre pur lo loda, non ne accetta tutte le conseguenze, notando come si debba tener conto delle associazioni religiose, nè sa adagiarsi ad ammettere la totale soluzione di continuità tra le associazioni medioevali e le romane. L’influenza dei vescovi nelle cause civili comincia sotto l’impero romano, ma subisce una diminuzione sotto i Longobardi, che riducono la Chiesa alla condizione di ancella verso lo Stato. .Risorge più tardi, ma i Comuni la combattono. Alessandro III le diede una regola. Di tali questioni occupossi in modo proficuo L. Siciliani-Villanueva (3). — Il « console » commerciale probabilmente esisteva già nel 1117, ma con certezza non si può dimostrarne l’esistenza che al 1172. Ebbe origine dagli ordinamenti comunali. Tutto questo espose G. Salles (4), che a lungo discorre dei consolati di Venezia (1) Le associazioni in Italia nel periodo precomunale, Arch.giu-rid. LVI, 112 sgg. — G. Salvemini, Un comune rurale del sec. XIII, Riv.dist. e fil. del diritto I, n. 10. (2) Le associazioni in Italia avanti le origini del Comune, Riv. internaz. di studi privati XVIII, 565 sgg. (3) Studi sulle vicende della giurisdiz. eccles. nelle cause dei laici, in Scritti offerti a F. Schupfer II, 443 sgg. (4) L institution des'consulates, son origine, son développement, au moyen âge chez les différents peuples, Rev. d’hist. diplom. XI, fase. 2-3- 1897.