222 LA JUGOSLAVIA ECONOMICA mezzo di corone jugoslave, cioè circa 500 milioni di dinari di valore antebellico (in oro). La notizia è risultata fondata, ma la transazione non avvenne in seguito alle unanimi proteste della Nazione ed a potenti pressioni politico-morali. Possiamo asserire, che la cifra di vendita sarebbe minima in confronto al valore effettivo della miniera e della ricchezza che l’industra jugoslava ne può ricavare. Una cooperazione di capitali esteri per uno sfruttamento più razionale e più intenso di detta miniera sarebbe desiderabile, anzi ciò è l’unico modo — data l’insufficienza di oapitali jugoslavi per grandi impianti — per far progredire l’industria ed avvantaggiare l’economia nazionale. Ditte tedesche, in cooperazione con ditte jugoslave, hanno ottenuto per il 1922, di poter sfruttare la miniera, contro un compenso di 12.000.000 di dinari, fino ad un massimo di 100.000 tonnellate di materiale minerale. La miniera e la fonderia di Vares, si trovano nella Bosnia Centrale al capolinea della ferrovia (lunga 28 chilometri) Podlugovi-Vares, a 3 chilometri a sud del Comune di Vares, nella vallata dell’affluente Stavnja. La fonderia, con gli alti forni, si trova subito accanto alla stazione, mentre i giacimenti ne distano due chilometri e sono congiunti alla fonderia con una ferrovia elettrica di 4,5 chilometri. I giacimenti di Vares si estendono per 5 chilometri in direzione nord-ovest—sud-est. Lo spessore varia da 20 a 200 metri; la larghezza da 150 a 600. I minerali si estraggono con l’escavazione esterna e sotterranea come a Ljubija. In tempi normali si ricavavano circa 600 tonnellate di minerale al giorno, di cui la maggior parte veniva trattata negli alti