62 Nuovo Archivio Veneto tore Andronico, e vinse a Curzola (7 ag. ’98) i suoi potenti avversari. Coll’ intromissione di Matteo Visconti, le città vennero fra loro a pace (1299). Intanto, per la nomina delParcivescovo di Genova, questa città venne in contrasto con Bonifacio VIII. Le contese fra le fazioni si collegarono colle questioni Angioine, che dividevano 1’ Italia. Nel 1301 Genova fece pace con Carlo II, e approfittò della successiva tranquillità per volgere Io sguardo al Piemonte, dove Asti gliene dava occasione coi suoi interni dissensi. Pensò ad assicurarsi il commercio d’ Oriente (1304). Con Venezia e con Bonifacio Vili si procedette più o meno d’ accordo. L’ amministrazione cittadina subì varie e rapide mutazioni durante queste vicende della politica estera, e per causa delle vittorie e sconfitte militari. Intanto riprese importanza 1’ Abbate del Popolo, capo della Società popolare. Siamo abbastanza bene informati sulle varie magistrature della città; podestà, anziani, consiglio generale, consiglio minore; nonché sulla riforma finanziaria del 1303. Odi interni arsero fra gli Spinola e i Doria, che stavano alla testa di due frazioni del partito ghibellino. Scoppiata la guerra, 1306, si stabilì il doppio capitaniato nelle persone di Opicino Spinola e di Bernabò Doria. Ques-t’ ultimo non aveva preso parte alla guerra combattutasi fra le due famiglie. La morte (1305) del march. Giovanni di Monferrato, aperse la successione di quella signoria a Teodoro Paleologo, e Genova cercò di favorire le aspirazioni di questo, che ebbero la loro realizzazione nel 1306. L’accordo fra gli Spinola e i Doria non durò, e Opicino Spinola finì per ottenere 1’autorità suprema, rimanendo superiore al Podestà e a.ll’ Abbate del Popolo. — Fu un tiranno all’uso antico, ma presto cominciarono le opposizioni, specialmente da parte della nobiltà. Opicino fu cacciato, e in Genova fu inaugurato il reggimento dei governatori. Non .molto importanti furono negli anni seguenti le relazioni estere, fra le quali notevoli furono