i36 Nuovo Archivio Veneto ne stampa in disteso. Adopera anche altre fonti mss. Premessi alcuni cenni sul vassallaggio del regno di Sicilia verso la S. S., studia prima di tutto la politica di Roberto di fronte ad Enrico VII. Pare che questo abbia per qualche tempo coltivato il pensiero di nominare Roberto suo vicario in Italia. Morto Enrico VII, Roberto ottenne da Giovanni XXII il vicariato pontificio in Italia durante la vacanza imperiale. Quando scoppiò lo scisma dei Minoriti, Roberto favorì questi ultimi nonostante gli avvertimenti papali. Il B. parla anche delle condizioni letterarie di Napoli. Gli ultimi capitoli dell’ opera narrano la storia del decennio seguito alla morte di Roberto, senza celare l’intento di scagionare Giovanna I non solo della uccisione di Andrea, ma anche da altre accuse fattele (t). La storia dell’ età aragonese (2) avvantaggiossi assai per il compimento dell’opera di E. Nunziante (3) sulle vicende dell’Italia meridionale al tempo di Ferdinando I. Riprende la narrazione al 1462. L’ anno dopo morì il principe di Taranto, il che mutò d’ un tratto la fisonomía delle cose, rendendo molto difficile la posizione del pretendente Giovanni d’ Angiò. Anche da Luigi XI fu abbandonato. Jacopo Piccinino fu fatto morire, e di ciò ebbero colpa tanto il- re, quanto Francesco Sforza. Ferdinando ottenne vittoria, ma il suo carattere morale non apparve diverso da quello comune a’ suoi tempi. La monografia è ricca di nuove notizie, e rivela molta abilità nel suo autore. (1) U. Congedo, Di alcune relazioni tra Pisa e Roberto d' Angiò, nel volume del C. Due episodi della storia repubblicana di Pisa, Lecce, Campanella, 1896. (2) Relación de la batalla de Ponja 1435, nella: Rev. de Archivos, Bibliotecas y museos, nov-dic. 1897. (3) 1 pruni anni di Ferdinando d' Aragona e l’ invasione di Giovanni d' Angiò, Arch. stor. Nap. XXIII, 144 sgg.