Le fonti della ricchezza jugoslava 233 e Petroyoselo, a sinistra della Sava, pure in Croazia-Slavonia; nei pressi di Sinj, di Cattaro e di Spizza, in Dalmazia. A Paklenitza, nell’isola della Mura, da tempo si conoscevano le sorgenti, anzi si estraevano nafta e asfalto; il pozzo venne trascurato e si dovette sospendere lo sfruttamento. Lo stesso avvenne a Sel-nitze, vicino alla città di Mursko Sredisée. Nonostante la conoscenza di tale vasta regione petrolifera, non si fecero che poche perforazioni. In generale, si può dire che le regioni petrolifere jugoslave non sono state affatto studiate. Il cessato Impero, mentre dimostrava tutta la cura possibile per l’industria petrolifera galiziana, nulla fece per quella jugoslava, in quanto motivi politioi non consentivano di permettere il sorgere di nuove ricchezze, di nuove industrie e di categorie più evolute di lavoratori nelle regioni del pericoloso confine balcanico. Soltanto durante la guerra, quando le Potenze Centrali perdettero le regioni galiziane e la Rumenia si schierò contro di loro, il Governo Ungherese cominciò a perforare a Bujavitze, vicino alla nota stazione balneare di Lipik, in Slavonia. Il pozzo è profondo 396 metri ed a tale profondità . si sono trovate forti fonti di gas compresso a 28-30 atmosfere. Scendendo a maggiori profondità si trovò la nafta, ed in poco tempo se ne estrassero 10 vagoni. Ora il pozzo non è in attività, perchè il macchinario è guasto. Nella stessa località è stato anche rinvenuta una sorgente di metano. Questa è capace di dare 80.000.000 metri cubi di gas, avente un potere calorifico di circa 9000 calorie: detta cifra di 80 mi-