Pubblicazioni sulla storia medioevale italiana teraria fiorentina) secondo la quale per più secoli l'Italia fosse divisa in due partiti, non preoccupati d’ altro che della suprema controversia fra Chiesa e Stato; ma che se ciò è da ripudiarsi, 1’ esclusione della idealità politica è alla sua volta un’ esagerazione, contraddetta dalla coscienza dei tempi, e dal fatto che, nei momenti più gravi, anche i partiti locali assumevano posizione in quel senso. Si può ancora notare che Bartolo è posteriore a Dante, e che perciò egli descrive un’età, la quale più che quella del-1’ Alighieri si allontana dal momento in cui i partiti politici potevano esistere e disegnarsi secondo i criteri elevati, che abbiamo indicato. Almeno per Firenze, Salvemini nega che ci sia alcun nesso fra Popolo e Partito guelfo, e arreca fatti a prova di ciò; ma tutto ciò non basta a controbilanciare la testimonianza che proviene dalla coscienza dei tempi. Solo dimostra quello, che del resto è ammesso generalmente, non esserci identità fra i due termini. La divisione della nobiltà in guelfi e in ghibellini è messa nel libro del S. in maggiore evidenza, che finora non si fosse fatto ; ed è bene. Insisto sopra questo merito del S., che, studiando le divisioni delle fazioni nel seno delle classi sociali, recò nuova luce anche sopra la storia generale del Comune. La definizione della nobiltà, o meglio dei « Magnati », presenta alcune difficoltà ; sembra ad ogni modo che in questo partito prevalessero i proprietari di fondi e di torri, coll’ aggiunta dei membri dell’ Arte di Calimala e dei Banchieri. Quest’ultimo punto accosta i Magnati a quella parte del Popolo cui si dava 1’ epiteto di grasso (Salv., p. 30, 37), e che costituì le Arti Maggiori. In appresso il S. pone allo stesso livello i Giudici e i Notai. Queste circostanze smorzano i profili. La causa delle lotte fra Alagnati e Popolo sta, secondo S., nel contrasto di interessi, fra i proprietari di terre e i consumatori. Che questo contrasto ci sia, risulta provato; ma che esso sia causa esclusiva, e che non sia piuttosto una fra molte ragioni, d’ ordine più generale, non è chia-