Pubblicazioni sulla storia medioevale italiana 103 e specialmente a Bologna, scrisse A. Gaudenzi (1), che fece largo uso di documenti bolognesi,' ma in minor quantità adoperò quelli di altre regioni. Nei cognomi in uso al principio del XIII secolo in Bologna si possono distinguere due diverse specie ; la prima è quell 1 in cui si assume per distintivo il nome del padre al genitivo, e la seconda è quella in cui si assume invece il nome topografico all’ablativo preceduto da de. Il cognome dunque si determinò come appellazione personale, e non come appellazione di famiglia. Questi appellativi si fissarono quando i discendenti, perduti i nomi degli antenati immediati, mantennero soltanto quelli del capostipite posto all’ablativo plurale e preceduto dal de. Rari furono in Bologna i cognomi originati dai nomi locali. Primi i nobili si formarono il cognome, poi vennero i plebei e anzitutto i più ricchi e potenti. Siccome i Comuni dell’alta Italia sorsero per lo più da una specie di confederazione dei militi o vassalli feudali, che trapiantaronsi dalla campagna nella città, perciò la famiglia e la parentela significavano consorteria politica, e i cognomi furono costituiti dal nome dell’avo, posto al plurale. Nell’Italia meridionale, sotto altre influenze politiche, il nome dell’antenato non assunse la forma plurale, che è appunto l’indizio di detta consorteria politica. Paragona il Gaudenzi questa origine del cognome medioevale, col processo di trasformazione, per la quale, nell’età romana decadente, caddero il cognome e il nome gentilizio, rimanendo il terzo nome, che ottenne così l’importanza, prima avuta dal nome gentilizio. G. B. Salvioni (2) riprende al 1337 la storia delle vi- (1) Storia del cognome a Bologna nel sec. XIII, saggio di uno ■ studio comparativo sul nome di famiglia in Italia nel m. e. e nell’età romana, Boll. Istit. it. XIX, 1-163. (2) Sul valore della lira bolognese, Atti e Mem. Dep. Rom. XVI, 7 sge-