Pubblicazioni sulla storia medioevale italiana 87 leto, di cui furono discepoli S. Bernardino ed Enea Silvio. Continuò ser Giovanni le sue lezioni sino al 1445, quando smise in causa dell’avanzata età (1). P. Chistoni (2) sostiene contro il Prompt l’autenticità del libro de Monarchia. Vari (3) si occuparono della Vita Nuora. Contro alcune osservazione di M. Barbi e di F. Pellegrini, G. Persico (4) sostiene apocrifa la lettera dantesca a Marcello Malaspina, che si potrebbe invece aggiudicare a Cino da Pistoja. Ripubblicò P. Rajna (5) la sua ben nota edizione del De vulg. eloquentia, con un nuovo proemio, in cui discute varie quesioni di lezioni, nonché con altri miglioramenti. Segua qui un ricordo (C) riguardante Jacopo Alighieri, a complemento di ciò che si disse nel c. I. in Frankreich, Berlino, Ebering, pp. Vii, 106. Anche in Inghilterra si cominciò nel sec. XIV a studiar Dante, A. Valginigli, Il culto di D. in Inghilt., Giorn. dant., VI, p. 1 sgg. (1) P. Rossi, La « lectura Dantis » nello studio senese, Studi offerti a F. Schupfer, II, 133 sgg. Per Firenze nell’età medicea, A. Do-belli. Alcune rime di B. Scala, Giorn. dant VI, 118 sgg. (2) Una questione dantesca, Pisa, Citi, 1897, pp. 17. (3) G. Schiavelu, Studio sulla Vita Nuova, Napoli, Di Gennaro e Morano, 1897, pp 33. - - G. L. Passerini: La « V. N. » di Dante Alighieri secondo la lezione del Cod. Strozzano VI, 143, Torino, Paravia. 1897, pp. 73. (4) Per un'epistola apocrifa, Giorn. dant. VI, 130 sgg. e 180-02. — P. Chistoni, L'etica nicomachea nel Convivio di Dante, parte II, Sassari, Chiarelli, pp. 53. (t,) Il trattato de vulg. eloquentia di Dante Allighieri, ed. min., Firenze, Le Monnier, 1897 pp. XL ,87. — P. Toynbee, IldeDrandi-nus Paduanus in Dante’s de vulg. eloq. /, 14, The Athenaeum n. 3705 (sarebbe Ild. Mezza'iati, da Padova, che fu Capitano del Popolo a Firenze negli anni 1291-92). (6) Di due codici sconosciuti dal « Dottrinale » di Jacopo Alighieri, Giorn. dant. VI, 259 sgg. (l’A diede un'ediz. del Dottrinale nel 1895).