Pubblicazioni sulla storia medioevale italiana 35 specialmente la prefazione, assai dotta, ch’egli ad essi premise. Belle e nuove cose egli ci sa dire sulle vicinie, le quali avevano ciascuna il proprio consiglio, presieduto da un gastaldo. Questa autorità locale non impediva quella generale del Patriarca, della quale il gastaldo era il rappresentante, essendo nel medesimo tempo anche officiale urbano. Nei consigli di dividale troviamo le due classi dei milites e dei pedites, che corrispondono alla organizzazione militare. Così il Comune risulta dall’ u-nione dell’ antica vicinia col potere militare. I boni ho-mines sono quelle persone, che possedono la pienezza dei diritti civili e politici, ed essi hanno parte nell’amministrazione della giustizia, esercitata dal Patriarca e dai Consigli. Natura delle prove ammesse in giudizio. Gli statuti editi dal Leicht sono del 1387, con frammenti e disposizioni anteriori, del 1288, 1291 ecc. — Ritiene R. Della Torre (1) che il celebre battistero di Cividale fosse opera, non del patriarca Callisto, ma di Sigualdo, che trasse profitto di frammenti appartenenti a diverse costruzioni sacre, destinate anche a scopi estranei al battesimo. — Le antichità di Cividale vennero egregiamente ordinate da A. Zorzi (2) nel Museo, al quale sta unita la preziosissima raccolta dei Codici, che appartenevano fino a pochi anni orsono al Capitolo di Cividale. Fra gli oggetti antichi, vi figura la famosa tomba barbarica, creduta di Gisulfo. Notizie storiche su Gemona raccolse V. Baldissera (3) — (1) Il battisterio di Callisto in Cividale del Friuli, saggio di uno studio archeologico, Cividale, Spazzolini, pp. 32, 4., con 4 tav. (2) Museo Archivi e Biblioteca di Cividale del Friuli, Cividale, Fulvio, pp. 275. (3) Quae advenae festino Glemonae visenda, Udine, Del Bianco, pp. 34.