200 LA JUGOSLAVIA ECONOMICA È d’uopo osservare, ohe, nel 1920, i tre quarti dell’esportazione jugoslava prendevano la via dell’Austria Tedesca e dell’Italia, e precisamente andavano in Austria Tedesca merci per 563 milioni di dinari ossia per 42,67 per 100 dell’intera esportazione, ed in Italia per 356 milioni di dinari ossia per 26,98 per 100. In tutti gli altri Paesi, invece, si esportava globalmente appena per il 32,35 per 100. Questo fatto è anche naturale e spiegabile, date le vicinanze di mercato e le vie di comunioazione atte a svolgere traffici di primissimo ordine. Per il 1921, abbiamo, per i due principali Paesi d’esportazione jugoslava, Austria Tedesca ed Italia, un aumento dei valori, in senso relativo, ed una lieve diminuzione della percentuale, e cioè: in Austria Tedesca si esportò merce per 882 milioni di dinari ossia per 35,86 per 100 dell’intera esportazione; in Italia per 576 milioni di dinari ossia per 23,43 per 100. Il prospetto riportato per il 1921, mette in luce un fatto importantissimo, relativo ai rapporti oolla Germania; ma chi conosce la tenacia germanica nell’espansione economica, non ne rimarrà sorpreso. Mentre la Germania contò, nel 1920, soltanto per il 7,52 per 100 dell’esportaziene jugoslava, con un valore di 99 milioni di dinari, nel 1921 raggiunse il 16,15 per 100 dell’esportazione jugoslava, con un valore di 397 milioni di dinari. In generale l’attività germanica in Jugoslavia ha avuto una forte ripresa — realizzata in maniera tale da non destare sospetti nè diffidenze, sicché anche l'opinione pubblica — e non i soli ceti commerciali — comincia a guardare con meno antipatia verso il lavorìo germanico per