- 90 — non dai camerlenghi i versi furono senza dubbio fissati da qualche altro nobile spalatino, membro della «curia», che per debito d’ufficio frequentava la cancelleria. La lingua e la scrittura escludono l’opera di persona non spalatina, o almeno non dalmata. Molte vane ricerche abbiamo fatto per trovare se nell’antica lirica popolare italiana i versi avessero riscontro. Ci soccorsero la squisita cortesia e la grande erudizione del prof. Vincenzo De Bartholomaeis dell’ Università di Bologna, che stabilì trattarsi del principio di una lauda alla Vergine: anzi in una lauda del Bianco da Siena, trovò movenze simili a quelle con cui s’inizia la lauda spalatina. La lauda del Bianco comincia così : « Nata è quella stella | Sopr’ ogni altra lucente, | Ch’alumin’ogni gente | Che con divozion ricorr’ad ella». (Laudi spirituali del Bianco da Siena, ed. T. Bini, Lucca, 1851, pag. 71). Ma la diversità della rima di «chiave», assicura il De Bartholomaeis, esclude trattarsi del medesimo componimento. Il quarto verso va inteso « delle sue sovrane virtù ». Nell’introduzione abbiamo accennato a fraglie di battuti processionanti per la città di Spalato. L'« ignoratissima storia» — come la chiama il De Bartholomaeis — dei battuti in Dalmazia ci consiglia di riunire qui alcune notizie che abbiamo raccolto nel corso delle nostre indagini sulla storia della cultura dalmata. Notizie di confraternite in Dalmazia si hanno sin dal secolo XII1); nel XIII se ne conoscono già alcuni nomi; nel XIV e XV queste confraternite diventano legione. Non ci occuperemo delle confraternite delle arti*), nè delle religiose che, avendo per fine precipuo la mutua assistenza, imponevano una disciplina moderata. Ci interessano invece i battuti, i flagellanti, quelli che ogni domenica e ogni altra festa, e quando accompagnavano alla sepoltura qualche confratello defunto, passavano per la città cantando laude e flagellandosi. Tali erano a Zara la confraternita di s. Silvestro, ad Arbe quella di s. Cristoforo e a Cattaro quella dei Battuti che più tardi si trasformò nella Confraternita della Buona Morte 3), per nominare solo quelle che, mentre scriviamo, occorrono alla nostra memoria. Ma certamente ne esistevano, e più di una, in ogni città di Dalmazia. Spalato, da cui ci proviene la più antica menzione di confraternite, e dove, come vedremo in un altro lavoro, le tradizioni di vita eremitica erano assai forti e la disciplina nei romitaggi e nei sodalizi abbastanza rigida, doveva certamente ') Vedasi in SMICIKLAS T. Codex diplomaticus regni Croatiae, Dalmatiae et Slavoniae, Zagabria, Accademia Jugoslava, voi. II, 1904, pag. 202, la bolla di Urbano ili all’ arcivescovo di Spalato, nella quale v’ è parola di «conventicule que fraternitates appellantur ». 2) Da un documento zaratino del 28 die. 1436 (Archivio notarile di Zara, Atti del notaio Teodoro de Prandino, Testamento di «Grigor de Biasio Longin », alla data predetta), pare di poter arguire che «frataie» si chiamassero quelle di devozione, e «scole» quelle delle arti. Ecco il brano che ci interessa: «Item lasso alla frataya de san Silvestro libre X. Item lasso alla frataia deli sartori e la fratagla di pliceri e la frataia di fauri zoe ale scole, 1. diexe a caduna scola ». 3) Vedasi G. GELCICH, Le confraternite laiche in Dalmazia e specialmente quelle dei marinari, in Quarto Programma della i. r. Scuola nautica di Ragusa, Ragusa, 1885, pag. 26 e 31.