— 21 — Statuto, tra altro, imponeva: «post mortem testatoris pena et banno X librarum prò quolibet eorum teneantur infra decem dies post mortem testatoris et postquam sciuerint, se esse factos et ordinatos commissales, facere inuentarium de bonis defuncti, in quo inuentario teneantur facere scribi omnia et singula bona mobilia et stabilia hereditatis..... ut ipsa bona defuncti non possint dissipari neque baratari, nec abscondi »*). Provvida disposizione che, assieme alla negligenza e alla fuga di un notaio, fece sì che ci fosse tramandato un cospicuo e prezioso numero di originali volgari. Anche degli inventari, come dei testamenti, la prima redazione, fatta privatamente, è volgare. Ma, presentato l’originale nella cancelleria, esso il più delle volte veniva trascritto nei protocolli in traduzione latina. E dopo la trascrizione, come cosa inutile veniva gettato via. Ma per un caso fortunato, per la fuga cioè da Spalato del notaio Pietro da Sarzana, avvenuta chissà per quali ragioni, dopo l’estate del 1373, noi oggi ne possediamo parecchi. Pietro da Sarzana era un notaio negligentissimo : per convincersene basta dare un’ occhiata ai suoi protocolli, dove la scrittura è ciò che di più infame si possa immaginare. E, passi per la scrittura, ma la registrazione degli atti avviene confusamente, disordinatamente, con ritardi di anni. Nei suoi protocolli -), le carte bianche, numerosissime, ancora attendono di essere riempite in base alle schede allegate, piene di appunti. Tra queste schede molte sono volgari : sono gli inventari presentatigli dai commissari dell’ uno o dell’ altro defunto ! Sono i documenti più preziosi che pubblichiamo (documenti, n.ri IV, XI, XII, XIII, XV, XVI, XVII, XVIII, XIX e XX). Nati in ambiente privato, scritti da privati, essi senza dubbio riflettono lingua, ricchezze e costumanze della popolazione spalatina del trecento. E sono ugualmente preziosi per lo storico e per il linguista. Un altro genere di inventari era quello che i tutori erano tenuti a compilare dei beni di minori. Vediamo che cosa a questo proposito prescrivesse lo Statuto: «Tutores et curatores.....teneantur facere inuentarium de omnibus bonis et iuribus illorum, quorum sunt tutores uel curatores, ad hoc, ut ipsa bona non possint baratari »s). Di questo genere di inventari ce ne sono pervenuti due, doppiamente preziosi J) Statuto cit., pag. 78. 2) Dovremmo dire nel suo protocollo, chè nell’Archivio di Spalato, di suo non c’è che un volume, l’Vili. Ma numerosi sono i suoi protocolli, le vac- chette e i bastardelli nell’Archivio notarile di Zara. Nè a Zara il da Sarzana divenne più diligente; anzi, se a Spalato la sua negligenza si risolse in un vantaggio, conservandoci indirettamente i materiali che hanno dato origine a questo lavoro, a Zara la sua faciloneria ci privò, come vedremo altrove, di documenti storici preziosissimi. (Vedasi in appendice la serie dei notai spalatini). 8) Statuto cit., pag. 98.