— 91 — avere parecchie di queste confraternite. Negli atti da noi veduti, i quali, badisi, non abbracciano che il periodo dal 1340 al 1420 abbiamo trovato memoria delle seguenti: fraternitas sancti Angeli (1342); confratria dominarum sancti Dompnii (1359); confratria s. Luce (1359); confratria sancti Petri de Magnis Lapidibus (1359); fratalea sancti Spiritus (1369); fraternitas s. Nicolai marinariorum (1370); fratalea s. Michaelis (1412); fratalea sancti Antonii (1412); fratalea sanctorum Jacobi et Filippi (1423). Di queste la più rigogliosa, e forse la più antica, era quella di santo Spirito, menzionata anche nei nostri documenti volgari*). La sua ricchezza doveva essere non trascurabile se nel 1412 i procuratori affittano per L. 201 all’ anno le sole rendite del grano, mosto e frutta eh’essa aveva. Dire se e quali di queste confraternite fossero di battuti, allo stato delle presenti ricerche, è impossibile, poiché nessuno dei loro Statuti è stato ancora pubblicato, nè in genere sappiamo se sono conservati. Per descrivere quindi le manifestazioni esteriori delle pratiche religiose a cui i battuti di Dalmazia si sottoponevano, ricorreremo agli Statuti delle confraternite di san Silvestro di Zara e di san Cristoforo di Arbe, inediti tutti e due, ma accessibili perchè conservati il primo presso la famiglia dei conti Lantana di Zara2) e l’altro nell’Archivio storico5). Sono tutti e due del principio del quattrocento; ma ripetono la loro origine da redazioni più antiche, del duecento senza dubbio. Infatti dei «fratres verberatores, schola verberatorum, battutorum, frustatorum sancti Silvestri » ci sono notizie in documenti sin dal 1297, e la confraternita di san Silvestro fu sempre a Zara ritenuta la più antica, tanto che nelle processioni occupava il primo posto. Allo stesso tempo deve circa risalire la confraternita di san Cristoforo, la cui mariegola del 1443, ha questo esordio che ne prova l’antichità: «madrigola un altra dela fraterna di santo Christophoro delli baienti e sta fata e questa renovata nel tempo del Serenissimo Principe e Signor nostro Cristophoro Moro» ecc. Quanto alla pubblica flagellazione la marie- gola di san Cristoforo ordinava: «____ciascaduno delli nostri fratelli «ogni giorno del di dela domenega avanti chel sol venga fuora die « venir et unirse con li altri fratelli nella chiesia di santo Christoforo «in capo della terra al suon della campana di quella chiesia vestito «della tunica overo habito per tutte le chiesie dela cità batandosi «die andare». E altrove: «Item volemo et ordinamo che tutti li fra-«. telli esistenti nella città di Arbe siano tenuti di venire nella chiesia «di santo Christoforo quando alcuno delli fratelli passerà di questa «vitta presente et in quel medemo luoco asunarse et vestirse di ha-« biti overo tunice batandose acompagnar debano il fratei morto fino ’) Vedasi il documento n. Vili, pag. 68 : « afratila de scan Spiritu » ; e il documento n. XVI, pag. 83: « fratala di sancto Sprito». -) Un altro bellissimo esemplare, magnificamente miniato, degli Statuti di questa confraternita è conservato nella Biblioteca della nobile famiglia raratina dei Filippi. a) « Madrigola della Scola di San Christoforo Martire e Prottettore della Citta d’Arbe», codice membranaceo quattrocentesco conservato tra gli Atti della dominazione francese (1806-1813). Atti dell’Ispettorato del Culto, Confraternite e scuole soppresse.