— 31 — Doppia preoccupazione dunque quella del comune: i domenicani devono possedere una cultura superiore e devono essere nostri cittadini. Infatti, a quanto abbiamo potuto vedere nei documenti, nel 1359 priore è un «frater Ciprianus de Spaleto», e nel 1373 vicario e lettore un «frater Dominicus», pure spalatino, che, qualche anno dopo, è promosso priore. Che i domenicani ripagassero in qualche modo i manifesti favori che loro accordava il comune, crediamo che non si debba escludere. Certo è che la loro sola presenza a Spalato doveva in misura non lieve influire sul livello culturale della popolazione. E di questa influenza conviene nel caso nostro tenere il debito conto *). Nelle scuole ecclesiastiche risiedeva — ci si permetta di chiamarla così — l’alta cultura spalatina, cultura, è vero, squisitamente ecclesiastica, ma non estranea, specie per ciò che concerneva la vita giuridica, ai bisogni anche non spirituali della popolazione laica, anzi, in sommo grado preparata a soddisfarli. Invece la cultura piccola e mediocre, quella che non andava oltre il leggere, lo scrivere e il far di conto, e nei latini oltre il Donato, la dobbiamo cercare nella « scuola cittadina », che, come dappertutto in Dalmazia, era laica e mantenuta dal comune. Non molte sono le notizie che intorno a questa scuola ci è stato possibile raccogliere, ma quel tanto che ne sappiamo basta per asserire che essa stava parecchio al di sotto, non solo delle scuole ecclesiastiche spalatine, ma al di sotto anche delle scuole cittadine degli altri comuni della Dalmazia, di Zara e di Arbe, per esempio2). 11 suo livello, nel trecento, è lo stesso, crediamo, di quello della scuola ragusea, della quale, tra il 1384 e il 1387, un umanista famoso, Giovanni da Ravenna, lasciò scritto : « Scolas adeunt (pueri nobiles), quorum littere mercatorie, quas vel parentes recepere vel aliunde nati invenere, libri sunt; pericia materne legendi meta discendi cunctis est»3). Appena più tardi, nella seconda metà del quattrocento, la scuola spalatina, prenderà uno slancio maraviglioso e, superando di molto la scuola ragusea, si metterà, tra le scuole dalmate, seconda in ordine d’importanza dopo quella di Zara. !) Sulla attività scolastica dei domenicani, attività che si esplicava dappertutto dove vi fosse un convento dell’ordine, vedasi p. Mandonnet o. p., La crise scolaire au début du XIIIe siècle et la fondation de i Ordre des Frères-Prêcheurs, in Revue d'histoire ecclésiastique, XV (1914), I, e l’ottima recensione con nuovi contributi per ciò che concerne l’Italia, del compianto storico della scuola Q. MANACORDA, in Giornale storico della letteratura italiana, vol. LXV11 (1916), pag. 129 sgg. 2) Vedasi il nostro lavoro, Scuole e maestri in Arbe nel medioevo e nel Ri-nascimento in Muséum, San Marino, annata 1924, pag. 62 segg. 8) Sabbadini R., op. cit., pag. 203,