L’incertezza di alcune di queste conclusioni ed il poco fondamento di alcune congetture furono già intravvisti dal Brunelli che, pur avendo in un primo tempo salutato nell’opera del Bartoli quella che «dice F ultima parola » *) fece, due anni dopo, intorno ad alcune sue conclusioni, parecchie e non lievi riserve2). E a farle fu indotto dalla circostanza che ricerche di archivio lo avevano portato a rintracciare « note » e « materiali » che documentavano stati di fatto diversi da quelli che il Bartoli, o meglio i suoi commentatori, avevano congetturato. Dando notizia di questi materiali, il Brunelli ne prometteva anche la pubblicazione3), e promettendola asseriva che non solo a Zara, ma in « altri luoghi ancora » della Dalmazia sarebbe stato possibile rintracciare materiali dalmatici «se altrove, come a Zara e a Ragusa, ci fossero degli studiosi che ne facessero ricerca nei documenti ». Dopo diciott’anni l’asserzione del Brunelli ottiene, nei riguardi di Spalato, una bella e luminosa conferma. Poiché noi, trovatici a dover fare delle ricerche nell’Archivio di Spalato (annesso dal 1883 all’Archivio di Stato di Zara), trovammo di documenti dalmatici un’abbondante e preziosissima messe. Qui li offriamo ai glottologi, augurando che il loro studio valga ad allargare la visione dell’ambiente linguistico medioevale della Dalmazia, valga a risolvere problemi insoluti e ad approfondire problemi appena sfiorati, valga soprattutto a mantener viva la speranza che anche altri materiali e da altri luoghi della Dalmazia balzino ancora alla luce. * * ❖ Prima però di mettere mano alla loro illustrazione e alla loro pubblicazione, ci conviene segnare i limiti, determinare i fini e precisare x) Rivista Dalmatica, Zara, an. IV (1907), fase. I, pag. 156. 2) ibidem, an. V (1909), fase. 1, pag. 167 sgg. 3) ibidem, pag. 182. La pubblicazione purtroppo non avvenne mai, chè, prima la stampa della «Storia di Zara», poi la guerra e la morte non glielo permisero. Noi però, che per cortese concessione del dott. Silvio Brunelli, suo figliolo ed erede, potemmo esaminare questi materiali, siamo in grado di dire che si tratta di alcuni documenti volgari zaratini del trecento e quattrocento (due dei quali sarebbero dovuti entrare nel III cap. del li voi. della Storia di Zara») e di una gran quantità di appunti tolti specialmente da inventari volgari del quattrocento e cinquecento. Come però il benemerito raccoglitore aveva osservato, non si tratta di materiale tutto inedito; anzi la massima parte è edita o per lo meno segnalata in molti articoli e note che il B. andava pubblicando nel Dalmata di quegli anni (an. 1900 n.ri 88, 93, 104; an. 1901 n.ri 1, 6; an. 1902 n.ri 97, 99; an. 1903 n.ri 2, 7, 8, 9, 13, 17, 21, 23, 29, 50, 52, 54, 55; an. 1904 n.ri 33, 34; an. 1906 n.ro 45; an. 1909 n.ri 19, 21, 24, 27, 28, 29, 33, 37; an. 1914 n.ri 40, 42, 43; an. 1915 n.ri 19, 24). V’ è poi un buon numero di schedine nelle quali sono annotate parole del dialetto zaratino moderno, cosa che fa supporre che il compianto storico vagheggiasse nei suoi ultimi anni di vita il disegno di comporre anche un vocabolario dialettale zaratino.