— 78 — 1372, 18 giugno. Inventario dei beni della defunta Priba. In prima si trouasimo sclauine III. Ancora dug chaselle uogde. Trouasimo de tela XXXX brache. Trouasimo de argentu sagi digidotu scauicadu. Trouasimo un garnacul de panu. Trouasimo una gunela degrigu de Obrade. Trouasimo un mantelu de grigu de Obrade. Trouasimo tri tinache uogde. Trouasimo un sachu grandu. Trouasimo un par de bisace. Trouasimo un chapuchu depanu. Trouasimo una stura noua. Trouasimo de orgu stari VIII. Trouasimo dug galede. Trouasimo pladne IIII de linu edug scudele. Trouasimo una antirna de cornu. Trouasimo unam uinam suura teren de dona Buna. Ancora de auir dechima parte de furmentun de sua fatiga che lauoro asantum B[e]n[e]dictum. (Grafia del notaio Pietro da Sarzana) : M°IIICLXXII, indictione X, die XVIII junii, in platea sancii Laurentii, presentibus ser Nicola Tome ser Retro Iohannis testibus et ser Paulo Berini consiliario examinatore. Qiuitcus Dragossij commissarius diete Pribe dixit inuenisse medium suprascrip-torum etc. Archivio di Spalato, voi. VIII. Cedola originale scritta e presentata per cura delle parti. La grafia ha tutti gli elementi e tutte le note caratteristiche della scrittura corsiva in uso nelle scuole e negli scrittoi ecclesiastici spalatini. Caratteristica l'incostanza nel modo di rappresentare i numerali e il fatto che lo scrittore usa più spesso di parole che di cifre. Tipico poi il fatto che al numerale » un •> è sovrapposta una lineetta falcata anche quando lo scriba si serve di lettere. Manchevole il lato diplomatico: si desidera non solo la formula introduttiva, ma anche la solita clausola di riserva. Si tratta certamente di un prete non troppo esperto delle consuetudini giuridiche del comune. Sulla cedola il notaio appose a sinistra in alto, tra le prime due righe, la parola «publicatum» e in calce aggiunse la formula di presentazione, ma non registrò l’inventario. Vedasi il facsimile I dove la parte superiore della cedola è riprodotta in grandezza naturale,