Infine con diligenza consultai le diverse opinioni dei filologi e storici antichi e moderni per trovare spiegazione su la volata enigmatica parola Pelasgi, ed ebbi a notare che gli uni paghi di quanto su l’oggetto avevan scritto gli altri, ripeterono presso che le medesime cose, lasciando la questione più oscura e pregiudicata di prima. Però, i miei esami non andaron del tutto perduti, poiché come l’ape, la quale librandosi or su questo ed or su quel fiore ne raccoglie il miele; io svolgendo or le pagine di questa Storia ed or di quell’altra, son riuscito a raccogliere e ritenere, che l’innumerevol popolo appellato stirpe giapelica, sbucato dalla vasta regione caucasea, stabilita per divia decreto, qual culla del genere umano, il quale venne ad occupare le deliziose terre di Europa, altro non era, se non popolo pelasgo-albanese. Da una banda questi prodigiosi risultati, e dall’altra le notizie tradizionali ed ¡storiche, tutte concordanti ad affermare, che i Fenici invadendo la greca penisola, non trovarono ivi, che popoli pelasgi, cioè Antichi Albanesi significato, che pare aver voluto dinotare il vocabolo Pelasgi, a rigor di esame nome qualificativo dell’idioma albanese e non già nazionale, mi hanno quasi autorizzato a legittimamente dedurre, che la lingua albanese fosse la più antica in Europa, e che i tanto celebrati Pelasgi non fossero, che gli Albanesi o Alpigiani del Caucaso. Coiranimo preoccupato da quest’ardua idea, mi determinai a comparare al possibile con la lingua albanese, la greca, l’italiana, la latina, la tedesca, l’inglese, la francese, la slava, il dialetto napolitano, e dal confronto ri-