quali esso intende parlare, erano Pelasgo-albanesi, e non già greche. Il dotto Michelet, il quale con uguale profusione scrive intorno ai Pelasgi, si accorda perfettamente nel nostro avviso; pur tuttavia esso in diversi luoghi dell'opera sua, cade nello stesso errore, il quale ebbe origine , come si è detto dal-l’avversione e odio delle due razze distinte, cioè dei Fenici contro i Pelasgo-albanesi ; ragione per la quale Sparta tutta albanese più volte fu distrutta dalle fondamenta dagli Ateniesi divenuti quasi generalmente Fenici fin dentro le ossa. Nel libro 1° della sua storia, Repubblica Romana a pagina 10 e l i Michelet scrive le seguenti testuali parole: « Quasi per « tutte le coste dell’Italia furon fatte colonie dei Pelasgi, dap-« prima da Pelasgi Arcadici (Enotri e Peucezi) quindi da Pe-« lasgi Tirreni (Lidi) cacciando i Siculi antichi abitatori del « paese, nell’isola, che s’ebbe il nome loro, ove senza pena « per la somiglianza dei costumi e della lingua si fecero una « cosa sola con essi, nelle montagne i vecchi abitatori del « paese respingendo, fecero su per le coste, la Città di Tarli quinia, di Ravenna e di Spina, l’antica Venezia dell’ Adria-« tico. Sulla costa del Lazio argivo Ardea col suo re Turno o « Tirreno, edAnzio edificata da un fratello dei fondatori di Ardea « e di Roma, pajono Pelasgiche fatture, così come la Sagunto « Spagnuola colonia di Ardea. Vicin di Salerno la gran me-