IL MUSEO NAZIONALE 99 dire; « dopo che hanno ucciso tutti i miei pa- droni, povero vecchio, sono stato trascinato qui. » Nell’interno, su una delle pareti, sono intrec- ciate ai fucili e alle pistole più ricche apparte- nute probabilmente a combattenti turchi rivestiti di gradi elevati, parecchie bandiere musulmane coi soliti versetti del corano, in tutto simili a quelle che come trofei della vittoria di Agordat furono portate a Massaua dal compianto gene- rale Arimondi, e che sono ora al palazzo del Co- mando. Ma fra le bandiere ce n’è anche una mon- tenegrina, lacerata, insanguinata, tutta bucherel- lata dalle palle nemiche, e per difendere la quale chi sa quanti valorosi sono caduti gloriosamente. In un piccolo quadro sono raccolte delle decora- zioni prese anch’ esse al nemico sul campo di bat- taglia. Eppure quelle armi, quei trofei, non sono forse che la ventesima, la cinquantesima parte dei trofei di vittorie che questo piccolo popolo ha conquistato combattendo contro il suo secolare nemico, fin dai tempi più lontani, come lo atte- stano alcune celate corrose dal tempo che sono anch’esse appese alle pareti insieme agli altri og- getti. I cannoni — in parecchie battaglie ne con- quistarono a diecine ■— sono stati adoperati per fondere altri cannoni, e delle altre armi una grande quantità è andata dispersa nelle mani de- gli incettatori che ne fanno commercio.