« Samotracia a Lenno, in Macedonia cavavano miniere, come « facevano i Ciclopi del Peloponneso, della Tracia , dell’ Asia « Minore e della Sicilia, i quali penetravano nelle viscere della « terra con una lucerna in fronte, origine della favola di quel « loro unico occhiò. Loro studio era guidar le acque, conte -« nere i fiumi, dar scolo sotterraneo ai laghi. Elevarono molte « fortezze. Le fabbriche che non oso dire se non sieno tutt’uno « colle ciclopico formate d’enormi massi punto o poco digras-« sate e sovrapposte senza cemento, stendousi nell’ Arcadia, <c nell’Argolide, nell’Attica, nell’ Etruria, nel Lazio. Anche di « sotto al velo della favola trapelano i benelizii da loro re-« cati. »
  Non vorremmo che il soverchio amore connazionale ci trasportasse ad eccessi, rompendo i limiti del dovere della stampa, e delle convenienze sociali, nel dire una parola, una espressione di più contro l’esagerazione messa in campo dagli antichi e neoterici istoriografi greci, per torre ogni gloria, ogni merito ai poveri Pelasgo-albanesi, riguardati per lo meno come ignoranti e meschini scolari di Foroneo, chimerico figlio dal favoloso Inaco, ai quali insegnò le scienze, le arti, la civiltà e i doveri umani .... Spogli adunque da qualsivoglia spirito di parte, ci rendiamo arditi d’inferire tutto il contrario e con le più belle prove distruggere le iperboliche ed indemoniate calunnie messe in campo dalla nequizia dei succennati scrittori di razza opposta alla pelasga progenie.
  Giusto la testimonianza di Erodoto, il quale a suo dire, ebbe a contemporanei i Pelasgo-albanesi di Crestone, Placiene, Sci-lace etc. si rileva che il numero degli invasori Fenici, di certo non superava quello degli autoctoni Crauai, o antichi Albanesi, e che coll’aggregamento di questi, che quotidianamente avveniva, il partito dei Fenici è andato ad aumentarsi, per modo che anche la loro lingua crebbe. È dunque provato che
i	Pelasgo-albanesi già da tempo immemorabile trovavansi stabiliti nella terra ora detta Grecia, allorché vi giunsero i Cadmei
0	gli Inacadi fenici , quindi dovevano possedere una lingua ,
1	caratteri di questa lingua, o una specie di scrittura, come afferma Cantù. Oltre a ciò; nei d’intorni o vicinanze di Atene