parte, sotto il dominio ottomano, parlano l’idioma albanese; dunque quei loro progenitori, que’ loro antenati, non erano che albanesi, per natura ed indole: salvo che un cataclisma dalla storia ignorato, non gli avesse travolti nelle viscere della terra, ed avesse distrutto persino la memoria dei Pelasgi, ed in loro sostituzione fossero usciti su come funghi o piovuti dalle nuvole gli albanesi che ora si trovano in tutti quei luoghi e regioni da essi abitati. Ed alla medesima pagina 9 della ripetuta storia dell’ illustre Michelet leggonsi le seguenti testuali parole, che sono sufficienti a sollevare l’animo degli Albanesi umiliati ed avviliti dalla nessuna , ovvero dalla strana ed oscura loro origine, prodotta dagli antichi e moderni storiografi ; anzi a renderli superbi ed orgogliosi per essere la emanazione di quei popoli, la cui memoria ancor rimbomba nei due mondi. « La civiltà, dice Michelet, dell’Italia, non è uscita ti nè dalla popolazione Iberica di Liguria, uè dai Celti Ombri, « nemmeno degli Slavi, Veneti o Venti , nè in ultimo dalle « Elleniche Colonie che pochi secoli prima dell’Era Cristiana « si stabiliron nel mezzo di essa. Pare aver e a principale au-« trice quella infortunata schiatta de’Pelasgi, primogenita soli rella della stirpe Ellenica proscritta per tutto il mondo e « perseguitata dagli Elleni e dai barbari. Adunque, come pare, « i Pelasgi sono quelli che recato hanno in Italia come già « nell’Attica, la pietra del domestico focolare (hestia o Vesta) « e la pietra dei limiti ( Szeus) fondamento della proprietà: « e sopra questa doppia base levossi, come dimostrar speriate mo, l’edificio del civile dritto, grande originai pregio, e dite stintivo dell’Italia » IV. A noi non fa mestieri qui determinare i differenti culti dei diversi popoli , sieno illogici, sieno confacenti alla ragione, sieno barbari; ma troviamo opportuno dichiarare che i Pelasgi, popoli immaginosi, quanto ingenui, sono stati i primi inventori di Numi, e fra le prime divinità da loro create , furono: il Cielo, la Terra, l’Aria, il Mare o l’Acqua e il Fuoco.