— 115 — V. La leggerezza poi degli antichi etnografi e storici, con cui trattarono l’origine dèi Pelasgi e la loro lingua, copiandosi gli uni con gli altri, ripetendo quasi sempre le medesime nozioni, la medesima monca storia intorno a quei popoli, à contribuito grandemente ad ottenebrare il vero senso delle due parole Albanesi e Pelasgi, dinotanti, a nostro avviso, i medesimi popoli. Gli storici moderni ed i linguistici i quali dopo il progresso e sviluppo dell’idea filologica, per la quale si è venuto alla scoperta di verità ravvolte nei vortici tenebrosi del tempo, avevano il dovere di spingerò le storiche loro osservazioni un poco più a fondo, e smentire quella arbitraria distinzione di un medesimo popolo con diversi e strani nomi appellato: e se pure abbiano mostrato volontà di farlo, i loro sforzi sono stati infruttuosi, perchè i loro studii rimasero impigliati nel disordine e nella confusione delle nozioni tràmandate dagli antichi scrittori. Molte belle cose scrissero intorno ai Pelasgi; ma poco 0 nulla dissero intorno alla loro lingua, talché il vuoto divenne peggiore di quel che era prima delle cose da loro dette. Ed affinchè il lettore abbia conoscenza di tale verità, qui appresso riporteremo le diverse oscure opinioni tanto degli antichi, quanto dei moderni scrittori di storia. Erodoto, fra i primi storiografi antichi, che a suo dire, visse coi Pelasgi, che chiama suoi contemporanei , senza compiacersi di farci sapere chi fossero e quale lingua parlassero, si è appena degnato di riferire, essere i Pelasgi un popolo barbaro, e barbara la loro lingua; senza punto dinotare la causa in forza della quale qualificò in tal modo quel popolo ; mentre altri scrittori e non meno serii di Erodoto, affermano che 1 Pelasgi nell’Attica, nell’Epiro , nella Tessaglia, nella Beozia e in diversi luoghi della penisola ellenica, praticarono i primi sforzi di agricoltura, edificarono con regole d’arte paesi, Castelli e Città , e la stessa prima civiltà con molto vantaggio svolsero. Il più volte citato Camillo Peregrino scrittore del VI secolo, chiama Campani quei popoli Pelasgi i quali nelle vi-