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Nuovo Archivio Veneto
    Senza convenire in tutte le opinioni sostenute da G. Saivioli (1), segnalo come una dissertazione erudita quella in cui egli chiarisce la decadenza della popolazione romana, all’estinguersi dell’impero, ancorché egli respinga la pretesa trasformazione etnica dell’ Italia per mezzo dei Germani. In alcuni punti (come p. e. dove paragona la diminuzione della popolazione nelle città e nelle campagne) non riesco ad armonizzare insieme le diverse opinioni esposte dal S. ; ma, a parte ciò, il suo lavoro dimostra larga erudizione ed acume. Il materiale da lui raccolto e ordinato è notevolmente ampio. Anche il Riferente (2) si occupò delle questioni attinenti alla condizione etnica degli Italiani, prendendo le mosse dalla costituzione della popolazione italica nel tempo preromano e romano. Distende le sue ricerche, non solo alle cose politiche, ma alla letteratura, all’arte, alla toponomastica,■ per giungere alla conclusione, che la popolazione non andò trasformata dalle invasioni Germaniche ; ciò tuttavia non esclude una forte influenza germanica, che si fece palese in tutte le manifestazioni della vita nostra. — G. Rivera (3) chiarisce alcuni punti di una sua vecchia dissertazione (1892), in fatto
    (1)	Sullo stato e la popolazione d’Italia prima e dopo le invasioni barbariche, Atti Accad. Palermo, Serie III, vol. V (estr.), Palermo, Barravecchia, pp. 76, 4.0.
    (2)	Della supposta fusione degli Italiani coi Germani nei primi secoli del medioevo, Rend. Accad. Lincei, IX, 329 sgg. — Qui può ricordarsi una proficua monografia di A. Lattes (Parole e simboli, wifa, brandon e wi^a, Rend. Istit. Lomb., II Ser., XXXIII, .954 sgg.), sull’ uso giudiziale e stragiudiziale di alcune parole di origine germanica, che si continuarono ad adoperare in diverse regioni d’Italia.
    (3)	Schiarimenti ecc. V. nota 5 alla pag. 5. — N. Reitter, Der Glaube an die Fortdauer des r'öm. Reiches im Abendlande d. 5 u.
6.	Jahrh, darge stellt nach. d. Stimmen d. Zeit, Münster, pp. 34.