Nuovo Archivio Veneto lia, ai Fiorentini, ad Enrico VII, ma nulla dimostra, 11 B., ricco d’ ingegno, scrive con enfasi, lasciandosi trasportare sempre da preoccupazioui politiche. — I viaggi durante F esilio (i). — Se non è probabile, non è neanche escluso che Dante abbia insegnato a Ravenna (2). — A.’D’Ancona (3) attribuisce a S Kiakup il merito d’avere scoperto il ritratto di Dante nella cappella del Podestà; invece A. Bezzi (4) lo concede a G. Bezzi (1840). D. Santoro (5) studiando Paraci.. XVII, 49-51, ne vuol ricavare che Dante si fosse opposto a Bonifacio Vili nel soccorso promesso contro i tre fiorentini, dimoranti a Roma. Nel « Cinquecento dieci e cinque » E. Moo-re (6) legge « Arrico dux ». Il medesimo (7) stabilisce il (1) A. De Gobernatis, Sulle orme di Dante, Roma tip.-cooper. Esame severo ne fece G. A. Cesareo, Su le orme di Dante, Giorn. dant., IX, 193. — G. Ungarelli, Dante in Val di Magra, Natura ed arte IX, 654-63. — G. Cozza-Luzi, Erudizione letteraria, Giorn. Arald. VII. 119 (appunto sulla pretesa dimora di D. in Avellana). (2) F. D' Ovidio, ‘Dante maestro di scuola, in Studi sulla Divina Commedia, Milano-Palermo, Sandron. (3) Il vero ritratto giottesco di Dante, Lettura [Milano], a. I, n. 3. (4) 11 ritratto giottesco di Dante, N. Ant., CLXXIX, 474 sgg. (5) Note dantesche, Pisa, ¡Viadotti 1900. (6) The DXV Prophecy, in thè Divina Commedia, Oxford, pp. 16. (7) Das as religious Teacher, in Studies in Dante, II. Serie, Ox ford, Clarendon Press, 1899. — A. De Nino, Rettitudine, sdegno e amor patrio di Dante, Riv. Abruzz- XV, 218 (estr. di pp. 13). — C. De Vivo, Dante, il Papato e l’ anarchia, Conferenza, Ariano, 1900, pp. 86, 16.°. - G. Spadafora, L'autorità papale nel III Canto del Purg., Giorn. Arcad., Ili Serie, t. 3 (1900) (è affermata efficacemente). — F. D’ Ovidio, La proprietà ecclesiastica secondo ‘Dante e un luogo del De Moti., in Studi sulla Div. Comm , Mil.-Pul., Sandron (riproduzione di articolo uscito nel 1897. D. non nega alla Chiesa il diritto di possedere, ma non vuole che gli ecclesiastici abbiano attaccamento ai beni temporali; in un poscritto si difende da G. B. Siragusa, Giorn. dant. VII, quad. 7). — A. Commino,/’ assunzione corporea di Maria e Dante, Napoli, Dauria, pp. 16.