Pubblicazioni sulla stoira medioevale italiana 75 1’ età romana, se ne conservano altri del periodo medioevale (i). C. Gioda (2) parla di Savigliano* giovandosi .specialmente, ma non unicamente, della storia che ne scrisse C. Turletti. — Uscì postuma la estesa monografia della certosa di Pesio (fondata nel 1173) scritta da B. Caranti (3), con cronache monastiche, *? con documenti. L’ abbazia di Cavour, di cui stamparono il cartolario B. Bandi di Vesme, E. Durando e F. Gabotto (4), fu fondata nel 1037 da Landolfo vesc. di Torino, ed ebbe estesi possessi in Piemonte: le carte qui raccolte sono 70, dal 1032 al 1300. Intorno all’ agricoltura del territorio di Saluzzo (5) un’ opera estesa e importante scrisse F. Gabotto (6), usufruendo in larga misura di documenti nuovi, specialmente a partire dal sec. XII, che è il momento in cui, mentre cresce la popolazione, l’agricoltura si rinnova, le selve cominciano a diradarsi. -Nel sec. XIII si parla (1) F. Eusebio, Il museo storico-archeologico di Alba, Alba, San-soldi, pp. 98. — F. Savio, Gandol/o vese. d’ Alba, Atti Accad. Torino, XXXIII, 438 sgg. (fu vescovo nel 11S3). (2) Una città del Piemonte, N. Antol., CLXXX, 460 sgg, (3) La Certosa di Pesio, Torino, Camilla e Bertotero, 2 voli, in 4.0 di pp. CXIV 157 ; 495, con tav. (4) Cartario della Abbazia di Cavour, Pinerolo, Chiantore, p. 160 (ed. dalla Soc. stor. subalp.}. (5) F. Bargis, Guida storica di Saluzzo, Torino, Streglio, pp. 98, 8.°'picc. (6) L’agricoltura nella regione Saluzzese dal sec. XI al XV, Pinerolo, Chiantore, pp. CLIV ed. dalla Soc. stor. subalp. — C. Pa-trucco, La storia nella leggenda di Griselda, in Arch. Saluzz0, I> fase. 3-4 (ammette l’esistenza di Griselda, ma con argomenti piuttosto che diretti, laterali) cfr. Anon., in Riv. bibl. lett. ital.. IX, .331. — L. Savori^, La leggenda di Griselda, Riv. abruzz■ (Teramo) 1901 (nei sec. XV-XVI se ne ammetteva la verità storica ; studia la leggenda specialmente in Petrarca e in Boccaccio). — G. Barelli, I beni degli eredi di Rostagneta Falletti, Boll-'stor. bibl. subalp., VI, 169 sgg. (estratto da testamento del 1361, coll’inventario delle cose mobili)..