146 Avevo Archivio Veneto fece (747) per questo rispetto un patto con Pippino. Stefano II commendò sè e la Chiesa romana al re franco, il quale gli fece promessa di difendere i diritti di s. Pietro e di proteggere la Chiesa romana. Vuole G. che i diplomi di Pippino e di Carlo Magno siano stati distrutti dalla Curia romana, affinchè non dimostrassero apertamente la sua dipendenza. Obbiezioni contro Gundlach sollevò Lóning (1 ). — A. Cri veli ucci (2) espone il contenuto della monografia di L. Duchesne, sull’ origine dello stato papale, in vari punti accordandosi, in altri dissentendo. Se anche tutte le opinioni del Cr. non posson.o accogliersi, il suo lavoso è pur sempre notevole assai. Non crede che Roma, senza l’aiuto dei Franchi, dovesse cadere sotto i Longobardi, e non potesse rimanere unita ai Greci. E d’ avviso che la Chiesa non avrebbe risentito danno, dal fatto che Roma andasse sottomessa ai Longobardi. Che la cosa sia proprio così, è arduo ammetterlo, e le opinioni del Cr. sul rispetto dei Longobardi riguardo alla Chiesa parmi non si possano accogliere, senza molte restrizioni. Osserva egli poi che se i Longobardi avessero conquistata tutta 1’ Italia, si sarebbero bensì risparmiate molte guerre, ma non avremmo avuto il fiorire dei Comuni. Sostiene poi Cr. che non fu per seguire il volere del popolo e per patriottismo che i papi si rivolsero ai Franchi : il patriottismo indicava l’impero. Nega 1’ avversione dei Romani verso i Longobardi, ma i passi da lui posti avanti, se pur dimostrano che talvolta i due popoli fraternizzarono, non escludono nè 1’ odio di razze, nè le reciproche ragioni di avversione politica. Pei me non bene intendo perchè la tradizione del vecchio impero, trasformato in impero bizantino,dovesse significare an- (1) Hist. Zeit., L, 541-2. (2) Delle origini dello stato pontificio, Studi storici, X, 3 sgg.