I IO Nuovo Archivio Veneto tutto la parte I, mentr’ egli osserva (e panni, che non gli si possa dar torto) che tanto il Salvemini, quanto 1’ Arias non riuscirono a dimostrare la piena e assoluta corrispondenza tra il fatto politico e il fatto economico nei commovimenti fiorentini del sec. XIII. Il Casanova trova poi assai scorretti i testi dei documenti, e con ragione deplora il modo con cui Arias (p. XIX) parla del Davidsohn, mentre in ben altra marniera si meritava d’essere giudicato questo benemerito ricercatore. La recensione del Casanova contiene anche notizie di storia senese, degne di considerazione. Ma non per questo può dirsi che il lavoro di A sia destituito d’ogni pregio e valore. A G. Arias (i) dobbiamo anche alcuni studi sulle relazioni fra 1 mercanti toscani e la Santa Sede. L’ argomento non vi è trattato colla' necessaria larghezza, tuttavia qualche.cosa buona vi si può apprendere. Parla prima di tutto della compagnia bancaria dei Bonsignori (della quale ritorneremo a discorrere quando giungeremo a Siena). Nel II. capitolo discorre, dell’argomento in forma più generale, e scrive : « La storia dei rapporti fra i banchieri e la S. S. è uno dei capitoli più interessanti della storia politica e giuridica italiana ’>. Egli è d’avviso che in tali relazioni 1’ opera personale di ciascun papa sia stata debole, in paragone alle leggi che regolavano costantemente la politica bancaria. Giunge sino a Bonifacio VIII, recando per ajtro poco materiale nuovo. Troppo brevemente studia il fondamento economico delle fazioni de’ Guelfi bianchi e de’ Guelfi neri e le origini dell’ Ufficio della Mercanzia in Firenze. Egli stesso riconosce di dir poco in argomento assai vasto, ma porta fiducia, che possano riuscire utili le notizie offerte. Tut- (i) Studi e documenti della storia del diritto, Fir., Le Monnier, pp. 167. — Id. 1 banchieri toscani e la S. S. sotto Benedetto XI, Arch. soc. rom., XXIV, 497 sgg.