Pubblicazioni sulla storia medioevale italiana 13 P. Vi 1 lari ([) espose in forma chiara e attraente la storia delle invasioni dei Germani fino alla rinnovazione dell’ impero, eh’ egli considera, in parte come un portato dei tempi, e perciò opera duratara, in parte come l’azione personale di Carlo Magno, e quindi destinata a cadere (p. 424). Giudica Teoderico con imparzialità, scrivendo di lui : « a poco a poco pare che in lui andasse scomparendo ogni traccia di Romanità; tornò ad essere il feroce barbaro d’una volta ». Fa brillare la grandezza religiosa e sociale di s. Benedetto. Molto moderato è nelle sue conclusioni sulla condizione dei vinti Romani sotto i Longobardi. Fa grande stima di Gregorio I. Parlando della politica di Stefano II, trova « naturale » in lui « il pensiero di rivolgersi ai Franchi » (p. 364). — L’ opera del Villari non pretende ad originalità di ricerche e di conclusioni ; ma non per questo essa lascia di essere una sintesi vigorosa e geniale. — Del progresso continuo e graduale, e delle varie congiunture politiche, in cui si trovò il Papato dalla decadenza romana fino all’età longobarda, discorre efficacemente L. M. Hartmann (2), in un discorso, forse troppo sistematico, nel quale parmi particolarmente notevole ciò che vi dice intorno alla rivoluzione degli Italiani contro Leone 1’ Isau-rico. ne, I: «depuis les origines jusqu’à la fin du XV siècle», Paris, May, pp. 360. — Th. Hampe, Goldschmiedarbeiten in Germanischen Museen Langobardische Votivkreuze aus d. 6-8 Jh. ; ein Langob. Schaftbeschlag aus d. 7-8 Jh. Anzeiger d. germanisch. Nationalmuseums. 1900, fase. I. — A. Dayot, La donna in effigie attraverso i secoli, trad. U. Flores, Torino, 4.0 con ili. e tav. (1) Le invasioni barbariche in Italia, Milano, Hoepli, pp. XIII, e 480. (2) L'Italia e l’impero d’ Occidente fino ai tempi di Paolo diacono, Atti e Mem. Congresso slor. di Cividale, Cividale, 1900, pagine 147 sgg.