Le fonti della ricchezza jugoslava 169 per la trasformazione del latte sono di massima importanza per l’economia jugoslava e rappresentano l’avvenire dello sfruttamento del patrimonio zoologico. Lana. Le regioni jugoslave, per eccellenza ricche di bestiame ovino, quali la Vecchia Serbia e la Macedonia, in primo luogo, e poi la Serbia, la Vojvodina e la Bosnia, sono in condizioni, in tempi normali, non solamente di coprire il fabbisogno dell’industria laniera jugoslava, ma anohe di esportare materia prima. Durante la guerra, la produzione della lana diminuì, e, a causa delle spogliazioni nemiche, finita la guerra, la domanda di lana, ohe la contadina fila e tesse, crebbe in tal modo, che fu giocoforza, nell’ interesse delle masse rurali e della fornitura dell’eser-oito, proibire ogni esportazione. Quest’industria è ora quasi nella sua totalità industria domestica. In Serbia, ci sono quattro lanifici aventi 15.000 fusi e 300 telai, oapaci di produrre 100.000 metri di stoffa militare al mese e di coprire l’intero fabbisogno dell’esercito jugoslavo di 2.000.000 di metri. Inoltre producono per l’esercito la necessaria quantità di coperte. Invece, la fabbricazione di lanerie di tipo più fine è di poca importanza ed è tutta rappresentata dalla piccola industria per le calze, i tricot, ecc. A Sarajevo, vi è una fabbrica statale di tappeti che ne getta sul mercato oltre 6.000 pezzi all’anno. I tappeti nazionali di Pirot, come in generale tutte le qualità di tappeti jugoslavi, prodotti dell’industria tessile domestica, sono rinomatissimi per la loro superiorità artistica su quelli delle altre nazioni.