Le fonti della ricchezza jugoslava 123 duce da sola annualmente circa 800.000 “ tovar „ di frutta diverse. Cosi pure lo Srem, nella Slavonia, e la Backa, nella Vojvodina, sono regioni per eccellenza fruttifere, sia a causa delle condizioni climatiche favorevoli, sia a causa della frutticoltura razionale ed intensiva ivi applicata. In Slovenia, la frutticoltura rappresenta una fonte rilevante di ricchezza, in quanto l’agricoltore sloveno è più evoluto e più progredito che non sia quello serbocroato. La coltura è più moderna. Quello che sono le prugne per la Serbia e per la Bosnia, la vite per la Dalmazia, i cereali per la Vojvodina, è il melo per la Slovenia. Esso dà una produzione annua di oltre 600.000 quintali. Le mele vengono in parte smerciate fresche, in parte trasformate in una bevanda detta “ most „ (sidro) ed in parte distillate. Le pere e le noci, vi sono pure di eccellente qualità. Si calcola ohe l’esportazione annua ascenda a oirca 1500 vagoni, di cui in media 150 vagoni di noci. In quanto alla Dalmazia, il clima è propenso per la coltivazione di molti frutti: prugno, pero, melo, fico, limone, arancio, ciliegio, amarasca, dattero, mandorlo, castagno, carrubo. Ma la coltivazione di maggior importanza economica è quella del fico, del mandorlo e dell’amarasca. Il fico è diffuso in tutta la Dalmazia. Nel 1911, la produzione ammontava a 62.488 quintali, mentre tutta la produzione dell’Austria era di 69.820 quintali. Due terzi vengono consumati in istato fresco, un terzo si essica. Nel 1911 la produzione di mandorle fu di quin-