Le fonti della ricchezza jugoslava 167 dare quanto gli Ottomani tenessero in considerazione l’industria delle pelli, quale fattore importantissimo per la difesa nazionale, riservando solamente ai mussulmani l’esercizio della stessa. Latte. In Jugoslavia il latte viene trattato ovunque, tanto dall’industria domestica che dalla grande industria. Talune regioni trattano il latte pecorino e caprino, o mescolato con quello di vaccina; tal'altre manipolano solo latte di vaccina. Così la Serbia, il Montenegro, la Bosnia-Erzegovina e la Backa, in gran parte, preparano i prodotti commerciali con latte pecorino puro o mescolato, mentre la Croazia-Slavonia, la Slovenia e la Baranja si applicano alla produzione di tali prodotti a base di latte di vaccina. Per la Serbia Settentrionale e Meridionale, mancano dati precisi sulla produzione casearia, — che dà “ kajmak „ (fior di latte) e caciocavallo in notevole quantità, formaggio pecorino, caprino, vaccino, di cui la Serbia Settentrionale, nel 1910, esportava circa 300.000 chilogrammi, — burro, di cui esportava 200.000 chilogrammi (in gran parte in Grecia), mentre il suo formaggio era diretto in Turchia. Il Montenegro, produce all’anno circa 3.000.000 di chilogrammi di formaggio, 60.000 chilogrammi di burro e 80.000 chilogrammi di kajmak. Si esportano piccole quantità in Dalmazia ed a Scutari. In Croazia-Slavonia, lavoravano 63 caseifici consociati, che producevano in gran parte burro e formaggio. Durante la guerra, per mancanza di personale, oltre una quarantina di essi cessò di lavorare.