66 DAL CONGRESSO DI BERLINO i loro attentati; allora il comitato nihilista, rinunziando agli assas-sinii dei personaggi secondari, condannò a morte lo czar. Alessandro II si trovava in Crimea; i rivoluzionari decisero di far saltare in aria il treno che lo avrebbe ricondotto alla capitale: il i° dicembre 1879 il treno imperiale stava per arrivare alla stazione di Mosca, quando fu sbalzato in aria da una esplosione; ma l’imperatore non vi si trovava; era passato prima con un altro treno. Il 17 febbraio 1880 nel palazzo d’inverno a Pietroburgo, nel momento in cui la famiglia imperiale stava per entrare nella sala da pranzo, un terribile scoppio scosse tutto l’edificio; la sala da pranzo saltò per aria e con essa la stanza sottostante, nella quale era il corpo di guardia; quaranta soldati morirono; la famiglia imperiale si salvò perchè il ritardo di uno dei convitati aveva fatto ritardare il pranzo. Allora lo czar Alessandro ascoltò i consigli del generale Loris Melikoff, il quale diceva che pur continuando la lotta contro i rivoluzionari bisognava però organizzare un governo che desse soddisfazione ai sentimenti della nazione. Egli fu posto a capo dello Stato con poteri straordinari, e si accaparrò subito popolarità abolendo l’odiata sezione della polizia segreta, dando libertà a molti arrestati, riaprendo l’Università a molti studenti che ne erano stati esclusi. Questo nuovo indirizzo calmò gli animi, cosicché per qualche mese non si verificarono attentati. Allora Melikoff presentò all’imperatore un progetto di legge, col quale si istituiva un’Assemblea composta di alti dignitari dell’impero e di un certo numero di deputati nominati dagli Zemstvo (consigli provinciali); 10 czar dopo qualche esitazione accolse il piano di Melikoff e il 13 marzo 1881 firmò il decreto; esso doveva essere pubblicato l’indomani. Lo czar uscì per una rivista delle truppe; al ritorno una bomba fu lanciata contro la sua carrozza ed uccise e ferì alcuni cosacchi della scorta; l’imperatore discese per accostarsi ai feriti, ma in quel momento un’altra bomba gli fu lanciata nelle gambe: egli cadde mortalmente ferito e portato a palazzo vi morì 11 giorno stesso. Il figlio e successore Alessandro III al primo momento parve deciso a far pubblicare il decreto già firmato dal padre; ma poi nell’animo suo prevalse il timore che una simile concessione, fatta all’indomani delPassassinio, potesse sembrare una capitolazione del governo ed accrescere le forze e le esigenze