200 PRIME MODIFICAZIONI sero le notizie della terribile disfatta di Mukden e dell’annientamento della flotta del Baltico a Tsuscima. Allora grandi sconvolgimenti avvennero in ogni parte dell’impero: scioperi colossali, disordini agrari, ammutinamenti di operai. Il governo finalmente parve decidersi e il 18 agosto annunciò la creazione di un’Assemblea nazionale {Duma) composta di 412 membri eletti da determinate categorie di cittadini col sistema a doppio grado, ma dichiarò che essa veniva semplicemente chiamata a collaborare alla discussione preventiva dei progetti legislativi. Fu una disillusione generale; ma intanto arrivò la notizia della pace conclusa a condizioni non troppo dure, e ciò valse a tenere gli animi tranquilli per qualche tempo. Prima però che si venisse alla convocazione dell’Assemblea, in molti luoghi si manifestarono vive agitazioni per ottenere un allargamento del diritto di voto e per modificare il carattere dell’assemblea; il ministro Witte, che, per l’abilità dimostrata nelle trattative per la pace aveva acquistato un grande ascendente, indusse lo Czar a emanare il 30 ottobre 1905 un decreto, col quale furono proclamate le libertà di coscienza, di parola, di stampa e di associazione, venne allargato il diritto di voto per la Duma e si stabilì che nessuna legge potesse andare in vigore senza l’approvazione della Duma. Il popolo domandò anche l’amnistia per i condannati politici, e con colossali dimostrazioni obbligò il governo a concederla. Così cadde in Russia il vecchio regime: il suo più ostinato sostenitore, il procuratore generale del Santo Sinodo Pobjedo-nozeff, rassegnò le dimissioni. La nazione però aveva strappato a mano a mano al sovrano le sue concessioni: si era quindi fatta persuasa della propria forza e nello stesso tempo non aveva grande fiducia nella sincerità di quel governo, che concedeva soltanto di fronte alle minacce: il fermento quindi si mantenne vivo. Al movimento liberale si aggiunsero le agitazioni delle popolazioni di nazionalità non russa, che mordevano il freno sotto la politica di compressione adottata dal governo. La Finlandia approfittò subito della crisi per cercare di riacquistare la propria autonomia, e, concorde com’era, la ottenne con grande facilità: fu raccolta ad Helsingfors una Dieta straordinaria (1906), che stabilì il suffragio universale senza distinzione di sesso e l’eleggibilità