DA TUTTA L’EUROPA 13 tassa del macinato, riforma della legge comunale e provinciale, istruzione elementare obbligatoria e gratuita. Erano idee simpatiche alla grande maggioranza del paese, la quale d’ altra parte era stanca di vedere sempre gli stessi uomini al potere. La Sinistra potè anche procurarsi l’appoggio dei deputati toscani, che erano disgustati pel ritardo del governo nel proporre i risarcimenti promessi a Firenze per le spese enormi da essa fatte nel breve periodo in cui era stata capitale del regno. Nel marzo del 1876, proprio quando il ministero potè finalmente annunziare raggiunto quel pareggio finanziario che da tanti anni era un vano miraggio (1), la Sinistra riuscì ad avere la maggioranza alla Camera. In seguito a questo voto (18 marzo 1876) il ministero Minghetti rassegnò le dimissioni, e con esso cadde definitivamente il governo della Destra (2). Il potere passò nelle mani di uomini, che in massima parte non avevano fin allora tenuto reggimento di governo, ma non nelle mani di giovani; la nuova generazione cresciuta nell’atmosfera di entusiasmo per il Risorgimento pro- I vava tanta riconoscenza per gli uomini che avevano potuto prender parte a quei gloriosi avvenimenti, che lasciò ancora per lungo tempo il potere ai superstiti della vecchia generazione. I due uomini, che emersero allora nella vita politica, furono Depretis e Crispi. Erano quasi coetanei (Crispi era più giovane soltanto di sei anni, era nato nel 1819), ma venivano dalle due parti estreme d’Italia ed avevano avuta una vita molto diversa. Depretis era entrato nel Parlamento Subalpino fin dalle prime elezioni del 1848 ed era stato sempre riconfermato dalla sua natia Stradella; la sua vita politica quindi si era svolta tutta ed esclusivamente nel mondo parlamentare. Aveva così avuto campo di studiare man mano i nuovi deputati che arrivavano, di giudicarne il valore, di conoscerne le debolezze ed i mezzi più opportuni per farli agire; fornito com’era di una dose straordinaria di furberia riuscì abilissimo nel barcamenarsi in mezzo ai pettegolezzi, alle vanità e agli interessi del mondo parlamentare. Crispi invece (*) Il bilancio consuntivo dell’anno 1875 diede questi risultati: entrata 1.096 milioni, uscita 1.082 milioni. (’) Nè Lanza, nè Sella, nè Minghetti tornarono più al potere; Lanza morì nel 1882, Sella nel 1884 a soli 57 anni, e Minghetti nel 1886.