XV. LA TRAGEDIA DI SERAJEVO E LO SCOPPIO DELLA GUERRA MONDIALE Nel 1914 le grandi manovre austriache si svolsero nella Bosnia; esse si dovevano chiudere solennemente il 28 giugno nel capoluogo della regione, Serajevo, con l’intervento dell’arciduca Francesco Ferdinando, che, come erede del trono, avrebbe così fatto la prima visita ufficiale alle nuove provincie recentemente annesse. Sua moglie, la duchessa di Hohenberg, aveva manifestato il desiderio di accompagnarlo, ed egli fu lieto di condurvi la consorte per vederla, per la prima volta, salutata al suo fianco con onori regali. Veramente la scelta della data non era molto felice: il 28 giugno corrispondeva al 15 giugno del calendario ortodosso, giorno sacro nelle memorie della Serbia, perchè ricorda la battaglia di Kòssovo del 1389, che aveva bensì segnato la caduta della Serbia sotto il dominio turco, ma era stata sempre celebrata nei canti popolari serbi come prova meravigliosa dell’eroismo e dell’unità della nazione avendo in essa i Bosniaci combattuto a fianco degli altri fratelli slavi; commemorando gli eroi di quel giorno i Serbi commemoravano anche quel loro combattente, che, penetrato nella tenda del Sultano vittorioso, lo aveva ucciso, dando così in quei paesi una tradizione quasi di gloria all’assassinio politico. Dopo le vittorie del 1912-1913 quella data ( Vidov Dan, giorno di S. Vito) veniva salutata dai Serbi con maggior entusiasmo e con maggior speranza di prima; perciò l’aver scelto quella data per l’entrata solenne dell’arciduca austriaco, considerato da molti Serbi come il loro particolare nemico perchè sosteneva il pensiero triplicista della monarchia austriaca, sembrò a molti Serbi una mancanza di