E DOMINI! COLONIALI 237 Il governo russo senza curarsi di questa opposizione continuò la sua opera di russificazione della Finlandia generalizzandovi anche l’impiego della lingua russa. Solo per quanto riguardava l’esercito il governo credette opportuno di mantenere il vecchio sistema, che la Finlandia cioè pagasse una contribuzione in denaro invece del servizio militare, poiché esso non volle istituire un esercito finlandese distinto dall’esercito imperiale, e d’altra parte temette che l’incorporare dei Finlandesi nei reggimenti russi potesse comprometterne l’omogeneità. Il risveglio del sentimento nazionalista russo fu coltivato con cura dallo Stolypin per modo che quando si trattò di estendere alle provincie dell’Ovest gli ^emstwo della Russia, egli propose un sistema elettorale, che favoriva l’elemento russo di quelle regioni ai danni dei Polacchi e dei Tedeschi. La Duma lo approvò, ma esso fu respinto dal Consiglio dellTmpero; Stolypin però ottenne che lo Czar lo promulgasse di sua autorità. Quest’atto, per il suo carattere illegale, gli suscitò l’opposizione della stessa Duma che aveva approvato il progetto, cosicché il ministero si trovò ad avere l’ostilità aperta delle due Camere; ciò nonostante Stolypin con grande energia attuò subito la riforma promulgata. Questo eminente uomo di stato aveva anche cercato di reprimere la corruzione amministrativa così largamente diffusa in Russia e con una serie di inchieste era riuscito a colpire molti alti funzionari dello Stato colpevoli di prevaricazione. Forte della fiducia dello Czar egli aveva finito per rassodare in Russia una forma particolare di governo costituzionale, nel quale la prevalenza restava alla Corona; ma anch’egli cadde vittima di un attentato rivoluzionario. Il 14 settembre 1911 a Kiew in teatro, durante uno spettacolo, al quale assisteva anche la famiglia imperiale, Stolypin fu ferito con due colpi di rivoltella, e quattro giorni dopo morì: aveva appena 49 anni. Però l’opera da lui compiuta durante i cinque anni del suo ministero parve avere assunto il carattere di stabilità, cosicché, nonostante questo nuovo atto terroristico, la rivoluzione russa venne allora considerata chiusa. Purtroppo però era incominciata a Corte un’influenza, che riuscì nefasta. Per un fenomeno possibile soltanto in mezzo all’ignoranza ed alla superstizione predominanti nell’alta società russa era riuscito ad intrufolarvisi un eremita di campagna (detto