LA TRIPLICE E LA DUPLICE 137 del governo iniziò pratiche per la liberazione dei prigionieri (più di duemila, fra i quali era il generale Albertone) e per la pace. Dopo lunghe e difficili trattative i prigionieri vennero liberati e la pace fissata, rinunciando l’Italia al Tigrè e al protettorato sull’Abissinia, e prendendo come confine al sud la linea formata dal fiume Mareb, dal suo affluente Belesa e dal Muna, torrente che scende dall’altipiano e finisce nella pianura dancala. Per accordo poi intervenuto coll’Inghilterra, il governo italiano, seguendo la politica delle rinunzie, cedette agli Inglesi la fortezza di Càssala, che riuscì poi utile ad essi per la spedizione sudanese. In mezzo al malcontento generale per gli affari d’Africa e per gli scandali bancari i partiti estremi (repubblicani e socialisti da una parte e clericali dall’altra) poterono svolgere facilmente la loro propaganda. Nel 1898 sopravvenne il rincaro del pane dovuto alla guerra ispano-americana. In alcuni paesi dell’Italia meridionale, dove per cause risalenti ai secoli passati la condizione della plebe era assai misera, si ebbero dei moti provocati dal disagio economico; questa volta essi, per ragioni politiche, si ripercossero anche nell’alta Italia e specialmente a Milano, dove i partiti estremi erano riusciti a raccogliere numerosi aderenti. Il moto fu prontamente represso, ma lasciò una dolorosa impressione; si constatò uno stato d’animo molto depresso nelle classi dirigenti ed un malcontento pieno di rancori nel resto della nazione; il paese si accorse di essere sull’orlo del pericolo e cercò di ritrarsene. Per buona fortuna a rialzare gli animi si ebbe lo splendido spettacolo offerto da Torino; la forte città piemontese, che non si era lasciata abbattere per il trasporto della capitale ma aveva invece acquistato un notevole incremento rivolgendo la sua attività alle industrie e ai commerci, per celebrare il cinquantennio dello Statuto, aveva invitato gli Italiani a una mostra del lavoro; e l’Esposizione di Torino (maggio-ottobre 1898) valse a provare quanto cammino l’Italia avesse fatto nell’ultimo mezzo secolo. Del resto il 1898 segnò anche il principio di un nuovo risveglio economico, e ad affermarlo in modo tangibile fu inaugurata in quell’anno la più grande installazione di trasporto di energia elettrica fattosi sin allora nel mondo, l’impianto elettrico di Pa-derno per trasportare a Milano, a 35 km. di distanza, 13 mila