E LO SCOPPIO DELLA GUERRA MONDIALE 323 sarebbe proceduto con estremo rigore contro le persone che si rendessero colpevoli di simili mene. Per assicurarsi poi sui risultati di questa pubblicazione il governo austriaco richiedeva una lunga serie di garanzie, e specialmente: i°) di proibire ogni pubblicazione che eccitasse all’odio e al disprezzo della Monarchia austriaca; di sciogliere immediatamente la Narodna Odbrana ed altre società consimili; di eliminare dall’istruzione pubblica sia gli insegnanti, sia i mezzi di istruzione che servivano a fomentare l’odio contro l’Austria, e di allontanare dal servizio militare e dall’amministrazione gli ufficiali e funzionari colpevoli di tale propaganda; 20) di accettare la collaborazione in Serbia degli organi del governo austro-ungarico nella soppressione del movimento sovversivo diretto contro l’integrità territoriale della Monarchia austro-ungarica; 30) di aprire una inchiesta giudiziaria contro i partecipi al complotto del 28 giugno che si trovavano nel territorio serbo, accettando che organi delegati dal governo austro-ungarico prendessero parte alle ricerche relative; intanto si procedesse d’urgenza all’arresto del comandante Tankevic e dell’impiegato Ciganovic compromessi dall’istruttoria fatta in Austria. La risposta doveva essere consegnata entro 48 ore. Il tono aspro della Nota e le domande esagerate in essa contenute destarono vivo stupore in tutta Europa, che, pervasa sempre da una fiducia illimitata nella pace, si era mantenuta in calma serena anche dopo la tragedia di Serajevo. Il sapere che Francesco Giuseppe si era recato, come al solito, a passare l’estate a Ischi e il Capo di Stato Maggiore Conrad era in vacanze in Tirolo; che il Presidente dei ministri serbi Pasic si trovava in giro nel regno per la campagna elettorale e il Capo di Stato Maggiore serbo Putnik era andato a fare una cura in Ungheria; che Guglielmo II navigava lungo i fiordi norvegesi e il suo Capo di Stato Maggiore Moltke si era recato alle acque di Karlsbad; che il Presidente della repubblica francese Poincaré col presidente del consiglio Viviani era partito il 16 luglio per le visite già da tempo preannunziate alle Corti di Russia e di Scandinavia; tutte queste notizie, che sembravano indicare una grande tranquillità nel mondo politico, avevano contribuito a tenere l’opinione pubblica aliena da preoccupazioni; quand’ecco d’un tratto la Nota austriaca venne a risuonare come un allarme pauroso.